Ero a Sassari per ubriacarmi con amici. Non me l’aspettavo proprio. Da queste parti, quando vedi un camper, la prima cosa che pensi è famiglia tedesca, bionda, con la barba, in vacanza a settembre, che usufrusce delle apposite piazzole, in ottemperanza agli accordi comunitari, mantenendo alto lo spread con gli indigeni per evitare eccessivi travasi di PIL. L’ultima parte però la pensi solo da un annetto.
Il cielo era coperto da nuvole latticini, uno degli anticicloni danteschi (Giasone? Venedico Caccianemico? Azzo VIII d’Este?) aveva fatto spazio ad una turbolenza che per le sporadiche piogge i meteorologi avevano ribattezzato Laura Panerai. L’aria bagnata era profumata e pregna di malizia. Il camper si muoveva circospetto fra i viali, come inviato per analizzare campioni, dati e immagini di un pianeta inesplorato. La sonda si affacciò ad una piazza. Si fermò. Il portellino si spalancò con la lentezza del vuoto cosmico. Silenziosi meccanismi all’avanguardia abbassarono la scaletta in alluminio e da quell’Apollo scese lui, il conquistatore di Selene. Toccò terra e un tweet partì all’istante dal suo smartphone, come programmato: “Sbarcato in Sardegna! #Adesso parliamo di lavoro e della tutela ambientale di questa splendida terra.” Un piccolo messaggio per l’uomo, un grande lancio di agenzia per Matteo Renzi. Aveva la luna in tasca. Ma io non lo capii subito. D’altra parte non ero ancora ubriaco.
Non ero capitato lì per caso, fu il destino a volere che quell’epifania pseudodemocristiana e parasocialista si manifestasse davanti ai miei occhi in tutto il suo fulgore. E questo avvenne pochi minuti dopo, quando un giovane raggio di sole schizzò dalla diga delle nubi, rimbalzò dal plexiglass antisfondamento di una banca, scheggiò sul vetro della finestra di un ospedale, si schiantò sullo specchietto retrovisore del camper, si rifranse sullo schermo del suo cellulare e si spalmò come fondotinta luminoso sul suo viso. Magnifico. Renzi era dunque il prescelto, colui che sventola per noi il guidone dell’avvenire. Il Neo del nostro Matrix odierno.
Raggiunta questa nuova consapevolezza, in preda ad un boom interiore, fui finalmente in grado di vedere e capire cose che da disimpegnato non coglievo, ovvero che:
– Con un passato da scout e l’ambizione di guidare un paese in rovina, con migliaia di famiglie sfrattate e altre alla soglia della fame, la scelta del camper non può che essergli stata dettata da un’entità superiore, magari in cima a Fiesole.
– La sua città, Firenze, si fregia da secoli del simbolo del giglio, giglio che è anche parte dello stemma degli scout cattolici Agesci di cui Renzi è stato membro. La sua zeppola è dovuta a un violento rito d’iniziazione scout andato male.
– Il suo socialismo liberale è anni ottanta, come la sua pettinatura, come la sua somiglianza con Massimo Boldi, come le bollicine della Pepsi e come il mito dello yuppie. In soffitta ha un Commodore 64 che invecchia al posto suo.
– Con Obama e l’America come riferimenti dichiarati, per la campagna delle primarie ha scelto i colori bianco rosso e blu. Inoltre il blu e il rosso messi assieme formano il viola, colore sociale della Fiorentina. Il bianco è la coca nell’Arno.
– Il suo slogan delle primarie è Adesso! che fa il paro col Forward di Obama. Forward che in italiano significa Avanti. Avanti! che è il giornale nato a fine ‘800 in seguito ad un congresso socialista a Firenze. Avanti! che fu diretto da Benito Mussolini. Avanti! che negli anni ’80 ospitava gli editoriali di Ghino di Tacco, aka Bettino Craxi. Avanti! che ha come ultimo direttore Walter Lavitola, sospettato di legami illeciti con Silvio Berlusconi, notoriamente amico di Bettino Craxi e simpatizzante di Mussolini. È ben nota poi la serie di incontri ambigui tra Berlusconi e Renzi, in cui non trovarono niente di cui parlare.
– Il più noto del gruppo dei Rottamatori, termine fino a quel momento riferito agli incentivi auto, uno dei grossi affari della Fiat, si è spesso dichiarato vicino alle posizioni dell’ad Fiat, Sergio Marchionne. La sua partecipazione alla trasmissione La Ruota della Fortuna è un’evidente citazione alle macchine Fiat.
E così via, si potrebbe continuare all’infinito. Provate a cercarne anche voi di segni divini sul cammino di Renzi. Partecipate a questo gioco. Unite i puntini. Scoprirete che le forze risibili e invisibili di cui dispone, l’immaginario che lo anima e lo staff da cui è sostenuto parlano chiaro: Renzi vincerà le primarie e vincerà le elezioni, perchè Renzi è il Messia. O almeno l’Anticristo. E questo alla fine è quello che conta. Se sei ubriaco.