Europa era la bellissima principessa di Tiro, città fenicia manco male, ma per il mare preferiva la Grecia.

Zeus, noto viscidone del tempo, se ne invaghì per una foto su Facebook, in cui un tipo l’abbracciava in spiaggia: lui orgoglione, lei palesemente a disagio, stupenda, ma niente tag. Didascalia: “tipa scopata a Mykonos”.

Il dio della folgore, folgorato dalla bellezza, non ebbe il problema di sapere di non sapere chi e dove fosse la tipa, anzi, era un seguace della più pura filosofia del rimorchio, così senz’indugio prese le sembianze di un toro bianco, si materializzò in spiaggia, le si avvicinò e si stese ai suoi piedi (qui potrebbe avere una sua origine il mito del vitellone romagnolo).

La turista straniera, affascinata e ingenua, salì sul dorso del bell’animale prendendolo per le corna, e il toro, a gran fatica come può nuotare un toro, la portò forzosamente a Creta. Una volta giunti, però, Zeus rivelò la sua vera identità di dio zozzone in forma d’uomo e le si fece sotto sbavacchiando.

Al che Europa gli rispose con un secco όχι.

Zeus, punto nel vivo, s’incazzò come un’aquila, anzi, visto che era un dio, diventò proprio un’aquila, e violentò la bella malcapitata. Lo stupro ebbe luogo in un boschetto di salici, alberi noti, ma solo fino ad allora, per la loro festosità. In onore di questa fortunata donna, i greci prima diedero il nome al continente che si trova a nord di Creta e poi, qualche anno dopo, ne riprodussero il mito sulla moneta greca da 2 €, sulla faccia opposta a quella col disegno dell’Europa unita.

Se ne rimediate una, provate ad appoggiarla accuratamente sul bordo: perderà presto l’equilibrio, anche senza soffiare.