“Siamo liberi”, gridarono in coro tutti quanti. “Sì, ora siamo liberi”, risposero in coro minore i fascisti camuffati. Così, quei giovani spaventati guerrieri, soldati improvvisati, fuggiaschi, inconsapevoli eroi, donne, ragazzetti e padri di famiglia, avevano ridato il Paese, libero, a tutti. Spinti dalla paura, dalla disperazione, dall’incoscienza e dall’oppressione. Dagli orrori della guerra, del fascismo, la fame. Le deportazioni, la paura e la morte. Sparare per restare vivi, di questo si era trattato. Sparare per tornare liberi. Resistere per non morire. Resistere e sconfiggere il fascismo. Tutti insieme. Oggi, senza più sparare, si resiste e basta. Ognuno per conto suo, ognuno a modo suo, pur di non mollare. Singolarmente.