«La mia pelle si è annerita, mi si stacca
e le mie ossa bruciano dall’arsura.
La mia cetra serve per lamenti
e il mio flauto per la voce di chi piange.»
(Giobbe, 25-26)
«Le tradizionali celebrazioni del 2 giugno saranno improntate
a criteri di particolare funzionalità e sobrietà»
(Giorgio Napolitano)
Perché il buon Dio manda i terremoti? Questo ci chiediamo in questi giorni di tragedia e lutto. Cosa vuole dimostrare il buon Dio scatenando i terremoti e le catastrofi naturali? Per rispondere a questa domanda, cari figli, dobbiamo tornare alla vicenda di Giobbe.
C’era nella terra di Uz un uomo chiamato Giobbe: uomo integro e retto, temeva Dio ed era alieno dal male. Gli erano nati sette figli e tre figlie; possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e molto numerosa era la sua servitù.
Era un uomo fortunato e felice, questo Giobbe. E Dio si vantava della sua riconoscenza e delle sue preghiere. Ma un giorno Satana andò da Dio e mise in dubbio la fede di Giobbe: «Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e il suo bestiame abbonda di terra. Ma stendi un poco la mano e tocca quanto possiede e vedrai come ti benedirà in faccia!». Il buon Dio allora decise di sfidare Satana e di mettere alla prova Giobbe. Si mise giù d’impegno e uccise prima le pecore, poi i buoi e i cammelli, infine tutti i figli. E Giobbe che fece? Ci rimase male, ma poi accettò il suo destino: «Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!».
Voi direte: ma cosa cazzo? Ebbene figli, Giobbe era un fedele servitore del Signore e sapeva che nulla nella vita ci appartiene, né i figli, né le proprietà, né le mucche. Se non ci credete provate a cercare una foto recente di Calisto Tanzi. Dio allora cominciò a fare il figo con Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male». Ma Satana, che era Satana, ma non era Mauro Repetto, non si diede per vinto e sfidò di nuovo il Signore. Tu hai toccato le sue proprietà e i suoi affetti – gli contestò – «ma stendi un poco la mano e toccalo nell’osso e nella carne e vedrai come ti benedirà in faccia!». Allora Dio lasciò a Satana il compito di fare davvero male al povero Giobbe. E Satana lo ricoprì di piaghe.
Giobbe: «Mannaggia la merda»
Dio: «Che c’è?»
Giobbe: «Ok i figli e le pecore e i cammelli, ma cazzo, le piaghe no»
Dio: «Avevi fatto lo scrub?»
Giobbe: «Ma cazzo, ma sono ricoperto di piaghe e pus che la gente mi scambia per Ribery!»
Dio: «Beh, ma ti ho tolto le pecore, i buoi…»
Giobbe: «…e i figli, sì. Mi spieghi che cazzo t’ho fatto?»
Dio: «Be’ volevo vedere se mi adoravi solo perché ti avevo dato tutte le fortune o proprio perché mi amavi»
Giobbe: «I figli li ho fatti con le zoccole della Bonifica, i buoi li ho ricomprati dal figlio di Tanzi e le pecore le ho fatte con le zoccole della Bonifica. Che m’avresti dato tu?»
Dio: «Ok, ma non ti sei incazzato per i figli, ti incazzi adesso per le piaghe?»
Giobbe: «Parla quello che ha bruciato Gomorra per due mignotte»
Dio: «Era Sodoma»
Giobbe: «Che?»
Dio: «No, dico, ho bruciato Sodoma, non Gomorra»
Giobbe: «Bravo, sei il Saviano dei padreterni. Fatto sta che hai rivoltato il mondo solo perché Satana ti stava trollando»
Dio: «Be’ ma comunque ora mi stai bestemmiando, quindi aveva ragione lui: non mi vuoi bene davvero, sei solo un leccaculo»
Giobbe: «Già, amare è non dover mai dire magnitudo. Coglione»
Dio: «No caro amico, non sono d’accordo, tu parli da uomo ferito. Pezzo di pane lei se ne è andata e tu non hai resistito»
Giobbe: «Sei la cosa più stupida che uno possa trovarsi a bestemmiare»
Dio: «Dài, ti do indietro le pecore e i buoi»
Giobbe: «Fottiti»
Dio: «Che vuoi?»
Giobbe: «Ridammi i figli»
Dio: «Gli stessi di prima?»
Giobbe: «No, i figli di Bossi. Ma sei cretino?»
Dio: «Ma quelli sono cadaveri»
Giobbe: «E allora che mi vuoi dare?»
Dio: «Ti do altri 10 figli, nuovi. E ti tolgo le piaghe»
Giobbe: «E la metà di Marchisio»
Dio: «E la metà di Marchisio. Ok»
Giobbe: «Ah, guarda che Satana ti sta inculando la vespa»
Dio: «Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato?»
Giobbe: «…»
Satana: «…»
Marchisio: «…»
I Maya: «Ta-dà!»
Che insegnamento possiamo dunque trarre da questa storia? Che quando Dio vi manda le disgrazie, forse è perché ha scommesso con qualcuno. E, probabilmente, questa volta, si è giocato anche il culo.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore, o di Buffon.