Dammi retta, certe esperienze è meglio tacerle nel curriculum, per avere qualche speranza di trovare lavoro. Quelle cose tu non le hai mai fatte. Non hai mai rifiutato voti inferiori al 28 per conseguire la laurea in Scienze della Comunicazione in dieci anni con un libretto impeccabile e una tesi su Alfred Hitchcock. Non hai accettato l’offerta di un editore che voleva pubblicare il riassunto della tua tesi sotto forma di saggio, e non hai comprato quel libro mai nato per verificare la presenza del tuo nome tra i ringraziamenti dell’autore ufficiale, un professore di sociologia del cinema. Non hai mai partecipato a master di alta formazione senza sbocchi professionali in canali televisivi, giornali e agenzie pubblicitarie. Non hai mai lavorato come addetto alle fotocopie in multinazionali farmaceutiche stranamente poco interessate alle tue competenze in semiotica, teatro d’avanguardia e storia del fumetto. Non sei mai finito in una cabina dotata di microfono, per fare quello che si scusa per il disagio arrecato dai ritardi dei treni, quello che poi viene pagato con buoni pasto accettati solo da un ristorante a trenta chilometri di distanza da qualsiasi centro abitato. Invece ti vanterai di aver lavorato come magazziniere in nero per vent’anni. Questo è tutto ciò che farai trapelare sul tuo conto, così finalmente ti prenderanno sul serio.