Dato che anche io, come Oriana Fallaci, devo fare l’originale a tutti i costi per dissimulare la pochezza dei miei ragionamenti e arruffianarmi lettori, vi confesso che ho bypassato completamente Sanremo per dedicarmi alla visione di un’altrettanto splendente perla trash: la sempre bellissima fiction Rai.

In questo caso analizzerò, come si evince dal titolo, la fiction sulla Fallaci, tragicamente intitolata come la famosa marca di piadine romagnole.

L’opera inizia con la Fallaci che si fa una visita oncologica.

– “Signora Fallaci, lei sta da schifo”, le fa contrito il dottore.
– “Che barba dottore! ‘un mi interessa, mi dica di allegro, suvvia che ci vuole, siamo solo in un reparto di oncologia!”.
– “Ok, senta questa: ha letto oggi cosa prevede Paolo Fox per… il cancro? Ahahahahhahahahaha”.

Finito questo stupendo scambio di battute, la Fallaci torna a casa e si trova davanti la porta una studentessa universitaria di belle speranze.

– “Oddio mi sa che ho sbagliato, dovevo andare a casa della signora Fallaci e invece mi sa che sono finita a casa di Anna Wintour”.
– “Non sono Anna Wintour, sono Oriana Fallaci, è che la Fandango aveva finito i soldi e per invecchiarmi hanno usato i trucchi di carnevale che si trovano in cartoleria”.
– “Ah ok. Allora senta, mi hanno mandata qui per aiutarla a mettere a posto casa, così con una originalissima trovata di sceneggiatura lei mi fa vedere le sue foto e tramite le sue parole si dipana la storia della sua vita, va bene?”.

Inizia così il racconto della vita della grande giornalista italiana, interpretata in maniera soprattutto credibile da quella matricola mancata dell’Actor Studio che è Vittoria Puccini.

Vediamo così, grazie alla strabiliante performance pucciniana, una Fallaci basita in Pakistan, davanti alle spose bambine con l’accento di Como, una Fallaci basita in America davanti agli astronauti con l’accento di Stanlio e Ollio, una Fallaci basita in Vietnam davanti ai soldati con l’accento di Prato.

Nel secondo episodio vediamo invece ritratta la grande storia d’amore che ci fu tra Oriana Fallaci e Alessandro Prezios… ehm Panagoulis, rivoluzionario greco ucciso dai militari golpisti per ordine della contessa Lucrezia Van Necker e del marchese Beauville. Inoltre la fiction non ha alcuna reticenza a trattare del periodo più tamarro della giornalista, quello in cui i suoi scleri contro l’islam vendettero un fantastiliardo di copie. Un periodo controverso splendidamente simboleggiato da un dialogo tra la Fallaci giovane e quella anziana.

– “Sono sempre stata una donna libera e illuminata dall’Illuminismo, per questo vi dico maledette zecche smettetela di suonare i bonghi per la pace alle tre di notte sotto casa mia, ché stavolta chiamo i carabinieri! Maremma majala, che bello ‘sto libro che sto scrivendo, Voltaire mi puppa la fav… Oddio ma che ci fa Elisa di Rivombrosa a casa mia?!”.
– “Non sono Elisa di Rivombrosa, sono Oriana Fallaci da giovane! Più che altro non capisco io che ci faccio a casa di Anna Wintour!”.
– “Non sono Anna Wintour, basta con questa storia! Che vuoi da me?”.
– “Voglio che tu la smetta di scrivere queste brutte cose contro l’islam! Io non ero così! Io scrivevo per la pace nel mondo! L’amore ha permesso a Gandhi di liberare l’India, l’amore ha permesso a Mandela di sconfiggere l’apartheid, è l’amore che da i poteri a Sailor Moon! Te lo sei scordato?”.
– “No, scusa, con tutta la buona volontà, ma da quando in qua, all’improvviso, parlo come Fabio Fazio? E poi smettila di fumarti le mie sigarette!”.
– “Sono solo uno squallido espediente di sceneggiatura, faccio quello che mi pare sai?”.

La Fallaci a questo punto fa un ultimo ritorno a casa prima di morire e ritrova la studentessa di belle speranze per l’ultima volta.

– “Vieni, prendiamoci un tè insieme, anzi una hohaholahonlahannuccia ché, insomma, si deve notare che abbiamo studiato il nostro personaggio e facciamo l’accento toscano pesante…”.
– “Boia, infatti in certe parti ‘sta fiction sembra un film di Pieraccioni! Comunque, signora Fallaci, io sto diventando moglie&madre sa?”.
– “Ma come? Non volevi fare l’inviata di guerra?”.
– “Ma signora Fallaci, non lo ha ancora capito che l’obiettivo di questa fiction della Rai era di mostrare che anche una donna dalla vita straordinaria come la sua sarà sempre una donna incompleta senza una famiglia e dei figli?”.
– “Ah, sì? Allora senti, mi fai mettere un attimo una dedica sul tuo libro?”.

L’Oriana, dunque, si conclude in maniera malinconica, con l’addio della studentessa alla Fallaci che, commossa, legge la sua ultima dedica: Bimba, vedi come ti va a finire quando passi dall’essere amica di Pasolini a essere pappa e ciccia di monsignor Fisichella? Che poi quelle stesse persone ti dedicano ‘ste fiction di…”.