I Social Media danno diritto di parola a legioni di imbecilli.

Queste sono le lapidarie considerazioni del professor Umberto Eco. Il noto intellettuale le rilascia dopo aver ricevuto l’ennesima laurea Onoris Causa per la comunicazione, scatenando come si poteva immaginare una ridda di polemiche infinite.

Cominciamo subito con il dire che ha ragione, i Social network sono pieni di imbecilli pronti a dire ed a credere a qualsiasi cosa. Restano comunque in minoranza rispetto ai moralisti ed ai polemici (per non parlare degli stronzi) anche se, come avviene in politica, le diverse correnti spesso si mescolano creando ibridi ancor più spaventosi.

Potremmo anche dire che il “diritto alla parola” agli imbecilli, è garantito dalla Costituzione e pure dalla “Dichiarazione dei diritti dell’Uomo” ma sarebbe un’osservazione troppo facile e forse imbecille.

Il Professor Eco oltretutto è scorretto perché omette l’origine del fenomeno: il mondo è pieno di imbecilli. Sono tantissimi, di ogni razza, censo, fede politica o religiosa. Sono ovunque, ci circondano e ci soverchiano con la sola forza dei numeri.

Secondo studi estremamente rigorosi, si possono trovare imbecilli in ogni epoca e latitudine. Il fenomeno degli imbecilli era già global molto prima dell’invenzione del Web e forse anche di quella della ruota. A conti fatti, la percentuale di imbecilli pro capite dei Social Network potrebbe rivelarsi a sorpresa più bassa rispetto a quella degli imbecilli “live”.

Internet è vero ne amplifica la fruibilità, mai come oggi è facile trovare idiozie a qualsiasi ora del giorno e della notte. La minchiata ha valicato i confini geografici e può essere trasmessa in un nanosecondo in tutto il globo. Sicuramente le minchiate d’importazione vanno a togliere mercato alle minchiate a chilometri 0 di cui il noto semiologo sente nostalgia, però è aumentata la varietà dell’offerta e questo resta un vantaggio per il consumatore finale. Possiamo noi affermare che un complotto inventato a 50.000 km di distanza sia più pericoloso della maldicenza da bar? Quanti pettegolezzi di paese si sono trasformati in tragedia senza l’aiuto dei Social Network?

C’è anche da dire che oltre alle minchiate, con la stessa facilità si possono reperire musica, arte, letteratura e cultura di altissimo livello. Potremmo allora affermare che le legioni di imbecilli sono fronteggiate da coorti di neo intellettuali? Quanti imbecilli vale una sola persona che si appassiona alla pittura, alla musica, alla lettura perché ne ha avuto un facile accesso grazie alla rete?

Il fatto poi che fino a qualche tempo fa, la comunicazione di massa fosse appannaggio di professionisti, non è che la mettesse al sicuro dagli imbecilli che sono ben rappresentati anche tra giornalisti, scrittori e persino tra i professori universitari. Sono oltretutto gli stessi professionisti che oggi pescano le notizie proprio dal web, senza nemmeno prendersi la briga di controllarne la veridicità.

Credo infine che la presenza di legioni di imbecilli sui Social Network non costituisca un grosso problema. Sono molto più pericolosi a mio avviso gli imbecilli messi in posti di responsabilità grazie magari alla raccomandazione di qualche volpone estremamente intelligente.

Buona imbecillità a tutti.