Il panda sceglie autonomamente di non riprodursi. Se ne sta lì, mastica il suo bambù, lancia qualche sguardo alla sua compagna e sbadiglia, perché si annoia. Preferirebbe guardare la TV, ma non ne ha una. Preferirebbe leggere un libro, ma non ha nemmeno quello, e comunque sono tutti senza figure. Ha poca fantasia, il panda. E se ne stanno tutti lì, a guardarlo, a cercare di salvarlo, mentre a lui non importa nulla. Saranno affari suoi? Il panda è stufo, ma siccome la vita è sacra, gli tocca sopportare tutti quelli che vogliono salvare la sua specie. Io, però, non riesco ad immaginarlo un team di panda impegnato a salvare la razza umana dall’estinzione. Non ci riesco. Davvero! E credo sia per questo che, dal profondo del cuore, io li stimo così tanto, i panda.