Il Papa in Georgia: “La teoria del gender è una guerra mondiale contro il matrimonio”.

Con questa frase Papa Francesco I ha aperto il suo tour mondiale dal titolo “Le scie chimiche sono la coca che si tira Gesù nel cielo? Preghiamo!” a cui seguirà l’editoriale di Scalfari “Voglio un figlio da Papa Francesco”, dove ci spiega il pericolo della teoria gender quando colpisce 2 vecchi di 80 anni.

Il pericolo della “teoria gender” non nasce dal fatto che non esista nessuna “teoria gender” ma dal fatto che non è mai stato un grosso impedimento per i cattolici che una cosa non esista. Di questo gli va dato atto: non si fermano al primo ostacolo, nonostante sia concretamente grosso.

Per addentrarci nel discorso, bisogna prima definire la teoria gender (qualsiasi cosa essa sia!). Secondo i cattolici, la teoria gender (dalla Wikipedia) “è un’ideologia che svaluterebbe la differenza e la complementarità dei sessi e che sarebbe usata per giustificare le unioni omosessuali”. Falso, per giustificare le unioni omosessuali basta la Costituzione del 1948 e un po’ di senso civico, ma il Pontificio Consiglio per la Famiglia aggiunge anche che “L’essere uomo o donna non sarebbe determinato fondamentalmente dal sesso, bensì dalla cultura. Tale ideologia attacca le fondamenta della famiglia e delle relazioni interpersonali.”

Vediamo, invece, cosa sono gli studi di genere (o gender study), non la teoria gender. Storicamente il sesso e il genere sono stati sempre associati l’uno all’altro, costituendo un tutt’uno. C’hai le tette e la figa? Sei donna e quindi ti piace il colore rosa, il principe azzurro, il matrimonio, stare a casa, stirare, cucinare, pulire, accudire i figli e ovviamente il cazzo. Di tuo marito. Per procreare, niente piacere. Hai un cazzo e due pallette che gli pendolano sotto? Sei uomo, puoi scopare con chi vuoi basta che poi torni a casa da quella santa di tua moglie. Ovviamente ti piace solo la figa. Il culo è già peccato ma possiamo chiudere un occhio.

Con gli studi di genere, invece, si ha invece una suddivisione tra sesso e genere.

Il sesso riguarda il corredo genetico (XX e XY), le caratteristiche biologiche, anatomiche e fisiche (ormoni, apparato riproduttivo, ecc.) che ci rendono femmina o maschio. Il genere, invece, rappresenta una costruzione culturale – una convenzione sociale se vogliamo – e un insieme di comportamenti che danno vita allo status di donna e uomo. In pratica, se il sesso è una componente genetica, intrinseca dell’uomo e sostanzialmente binaria (maschio/femmina), il genere è un costrutto mentale, un prodotto della cultura umana e può avere più sfaccettature nel mezzo. Più che essere uomo e donna (sesso) esprime un “sentirsi” uomo o donna e quindi si parla più precisamente di uno “spettro” della sessualità.

Ora, la grossa differenza tra le due definizioni sta nel fatto che lo spettro della sessualità, il non essere propriamente uomo o donna o non in maniera che coincida con l’aspetto biologico, si basa su alcune evidenze scientifiche.

Ma spieghiamo bene questo passaggio: cos’è uomo e cos’è donna? Durante la gravidanza, nei primi 2 mesi di sviluppo del feto, si forma il sesso: se XY sarà maschio. Se XX sarà femmina. È per questo che durante l’ecografia del secondo mese potrete sapere il sesso del nascituro, ma non la sua identità di genere. Quello si sviluppa dopo, o meglio, la differenziazione sessuale, nel cervello, avviene durante la seconda metà della gravidanza. Non ci sono studi definitivi che supportano una sola teoria su cosa avvenga o da che cosa sia dipeso (genetica, testosterone, fattori ambientali, ecc.), né tanto meno ci sono prove di fattori ambientali dopo la nascita, ma quello che è chiaro è che lo sviluppo sessuale dei genitali e quello del cervello sono due eventi separati.

L’altro punto interessante è che, da studi effettuati sui transgender (donne che son volute diventare uomini e uomini che son diventati donne), il loro cervello risultava strutturalmente legato alla sua esperienza gender e quindi diverso da quello di un maschio o di una femmina. In pratica, a livello neurale, possiamo parlare di una vera e propria condizione di mezzo tra l’essere uomo o donna.

Non esiste, allora, nessuna teoria gender con lo scopo di favorire l’omosessualità a discapito della famiglia; primo perché gli omosessuali, a differenza degli etero, sono rimasti gli unici a volersi fare una famiglia ed avere figli. Secondo, perché stiamo parlando di uno spettro dell’identità di genere tra uomo e donna e che si basa su condizioni fisiologiche e neurologiche e non sui capricci del movimento LGBT per convertire il mondo all’omosessualità.

E tutto questo perché genitali e cervello non sempre sono in sintonia tra di loro. Ma questo lo avevate già scoperto anni e anni fa.