Assomigliamo realmente a Dio o abbiamo preso più dalla mamma?
Dopo aver creato i cieli e la terra e separato la luce dal buio, i mari dal cielo e i film dalla pubblicità, Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza: Adamo. Dopo un po’ vide che senza le chat erotiche, le veline e in generale quella montagna di carne depilata, la programmazione televisiva non era sufficientemente adeguata a distrarlo. Così gli prese una costola, 100 euro, e creò la donna: Eva.
Dio li mise nell’Eden, ma mantenere aperta una struttura del genere, per due persone solamente (e per di più durante la bassa stagione), aveva dei costi esorbitanti. Così, d’accordo con il serpente, gli fece lo scherzetto dell’albero e trovò la scusa per cacciarli via e tenersi ugualmente la caparra.
Appena fuori dall’Eden, Adamo ed Eva si misero a scopare, e questa è la prima lezione che s’impara nella Genesi: per scopare non serve il paradiso.
Nacquero Caino e Abele, il primo un contadino e il secondo un pastore. E qua interviene la prima legge di Mendel o della dominanza: se incroci due caratteri puri che differiscono per un dato carattere (papà con capelli neri e mamma con capelli biondi) la prima generazione (F1) mostrerà solo l’allele dominante; figli con capelli neri.
Ora, Adamo era stato fatto a immagine e somiglianza di Dio ed Eva era stata creata, per clonazione, da una costola di Adamo. Geneticamente, quindi, Adamo ed Eva erano uguali e a sua volta, entrambi lo erano a Dio. Caino e Abele, dunque, dovevano essere uguali tra di loro e indubbiamente identici alla madre e al padre e perciò a Dio.
Successe allora che Caino offrì dei frutti a Dio che però lo confuse per Abele. Poi Abele, quello vero, fece altrettanto, offrendogli dei primogeniti del suo gregge e il Signore credette invece che fosse Eva e gli venne barzotto e iniziò a lodarlo. Caino, a quel punto, rosicò a bestia perché il Signore lodava sempre e solo Adamo e decise di ammazzarlo e poi di scoparsi la madre, dando vita così al primo complesso edipico della storia, ma si confuse ed uccise Abele. Dio credette che Adamo avesse ucciso Caino e, avendolo già punito per il fatto della mela, lo dichiarò recidivo e lo condannò alla pena di morte tramite iniezione letale. L’avvocato però, si oppose e vinse il ricorso in appello. Dio s’incazzò ancora di più e cacciò il primo che gli capitò sotto mano, tanto erano tutti uguali: era Caino.
Caino dovette allontanarsi dalla presenza del Signore e si stabilì nel paese di Nod, a oriente di Eden. Lì conobbe sua moglie, da cui nacque Enoc.
Ora, Caino era figlio di Adamo ed Eva, che a sua volta erano figli di Dio e tutti uguali, ma di sua moglie nessuna traccia. Dove nacque, il suo nome, i genitori, niente. Neanche il codice fiscale. Enoc, dunque, era per metà uguale al padre (e quindi a Dio) e per metà uguale alla madre. Enoc generò Irad, che generò Meuiael, che generò Metuasel, che generò Lamec. Era già il 1968 e Lamec ne approfittò per prendersi due mogli: Ada e Zilla.
A questo punto entra in vigore la seconda legge di Mendel o della segregazione: incrociando i due individui della generazione F1, avremo una seconda generazione (F2) dove un 1/4 sarà come voi, 1/4 come la mamma e il restante ibrido. Quindi, ogni 4 figli, uno prenderà, quasi sempre, la stessa faccia da cazzo di vostra suocera. Salta una generazione, ma poi arriva.
Quindi, ecco che ogni 4 figli generati da Lamec, uno doveva avere la stessa espressione colerosa di Dio, per non dire la stessa faccia da culo. E tra questi c’era Noè.
Noè, secondo le leggi mendeliane, avrebbe dovuto prendere la metà dei caratteri del padre Lamec. Questo voleva dire avere una somiglianza con la faccia di Adamo e quindi di Dio, ma con i capelli biondi platino della mamma, il naso di Metusael, le tette della nonna, il cazzo biblico di Meuiael, le spalle larghe della bisnonna, un culetto da brasiliano e l’ultimo iPhone. All’età di 500 anni, secondo il calendario di mia figlia, quella di 3 anni e mezzo, Noè generò Sem, Cam e Iafet.
I tre erano talmente cessi che tutto il mondo non faceva altro che prenderli per il culo, soprattutto per quella loro vaga somiglianza con Dio. Il Signore, che aveva il senso dell’umorismo della Santanché, prima ancora che inventassero i Tampax, reagì mandando un diluvio universale. In realtà le opzioni erano: diluvio, guerra termonucleare totale, Flavia Vento. Data la fama di essere un Dio immenso e misericordioso, optò per la più leggera.
Noè e la sua famiglia furono gli unici sopravvissuti sulla Terra e, così, dovettero ripopolarla secondo il volere divino. Si accoppiarono tra di loro e questo, secondo le leggi mendeliane, significava che ogni 4 figli, uno solo si sarebbe portato appresso i caratteri ereditari di Noè, che a sua volta si portava solo una piccola parte di quelli di Dio, a conclusione che, al giorno d’oggi (7000 anni dopo circa la creazione di Adamo), nessun essere umano si può più considerare somigliante a Dio, chiunque esso sia stato.
Quindi, la frase “siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio”, è valida solo fino alla generazione prima di Noè.