Se abbiamo un difetto, come esseri umani, e in particolar modo come Italiani, è quello di non essere lungimiranti. Non riusciamo a guardare al futuro, a ragionare sulla lunga distanza. La maggior parte di noi al massimo arriva a programmare le ferie estive, quand’è ancora inverno. Più in là ci riesce difficile. Anche i più dotati in tal senso arrivano a una prospettiva di qualche anno. Quelli con un mutuo viaggiano 20 o 30 anni nel futuro, ma solo nei loro sogni migliori. E invece è ora di proiettarsi in avanti, fino al giorno successivo alla fine della crisi. Perché la crisi finirà, prima o poi. Comparirà qualche pezzo grosso in TV e lo dirà senza mezzi termini, probabilmente prendendosene il merito: “La crisi è finita”. Ci troveremo da un momento all’altro senza più argomenti. Spread, agenzie di rating, disoccupazione, pensioni, esodati, tagli, austerità, tasse, antipolitica: tutto svanirà in una nuvoletta di vaghi ricordi. Così, per non farci cogliere impreparati, sarebbe bene fin da subito prepararci nuovi temi, discorsi, battute. Dopo aver perso tutto, non possiamo rischiare di rimanere anche senza parole.