È da un po’ che si sente dire che i partiti sono finiti, morti. Che ci si creda o meno, converrà immaginarne il funerale. Quello del PD, per esempio, sarà sentito e solenne, con fiori, bandiere e inni di un tempo che fu. Peccato che l’autista del carro funebre sbaglierà strada più e più volte: il corteo, stanco e sfiduciato, poco a poco rinuncerà, e al cimitero arriverà, a parte quelli che sperano nell’eredità, giusto il morto. Il funerale del PDL sarà un vero e proprio show: schermi giganti, luci, coreografie. Il corteo funebre marcerà solido, compatto, fiero, finché non si accorgerà che qualcuno s’è fregato la bara col morto, e tutti torneranno a casa loro. Nel grande mausoleo di partito verrà seppellito un manichino. SEL avrà un funerale civile, la Lega uno vichingo, con tanto di pira funeraria sulla zattera. Il funerale dell’UDC, o comunque si chiami adesso, c’è già stato. Non c’è andato nessuno, ma ho sentito dire che, di quelli che c’erano, nessuno ha versato una lacrima.