Fra mezzora aprono. Sono infreddolito. Sono venuto male attrezzato, mi ha fatto notare un tizio poco avanti a me, mentre toglieva dalla griglia le ultime costolette per portarle alla sua famiglia che lo aspettava in tenda, davanti alla TV. Io sono qui dalle 2 di notte e ho sonno. Non come il tipo che si è fatto talmente tante RedBull che adesso per capire cosa dice bisogna registrarlo e riascoltarlo rallentato. Si vocifera di gente che è qui dal 3 settembre. Del 2013. Dietro di me c’è un giapponese che di iPhone 6 ne ha già due. Non so dove li abbia presi, ma ha passato la notte a mostrarli a tutti. Qualcuno voleva picchiarlo, per lo spoiler. Dice che ne prenderà un altro. Gli serve. Appena dopo il giapponese c’è uno che deve prendere l’iPhone per distruggerlo subito dopo su YouTube. Gli ho chiesto se lo pagano apposta. No, è un hobby. Tre posti avanti a me c’è una comitiva di ragazzine che dell’iPhone non gliene frega niente, ma sarà pieno di giornalisti e magari finiscono su qualche quotidiano. C’è pure uno che somiglia a Steve Jobs, ma forse è la stanchezza. A me sembrano tutti scemi, sinceramente. Io? Io non c’entro niente con questi qui. Io sono in coda perché devo mandare in assistenza le cuffiette dell’iPod. Io c’ho un Samsung, come cellulare.