– Non hai niente da bere?
– No.
– Ma niente niente?
– Niente.
– Neanche un Crodino?
– No.
– Non è rimasto niente?
– Solo la tristezza.
– …
– Te la verso in uno stato di abbandono?

Sul tavolo una PostePay e cocaina purissima, l’unico taglio è la luce che filtra dalle serrande chiuse. Puzza di fumo, di merda e di RedBull. Al centro del salone una chiazza di vomito, pennette rigate poco masticate. Al centro della chiazza di vomito una bottiglia rotta, tutto intorno i cocci di una vita.

– Sarà un mese che non metti il naso fuori casa, la gente inizia a chiedere. Sono riuscito a convincere tua madre che hai trovato lavoro all’estero su LinkedIn, ma quanto può reggere ‘sta stronzata?
– Fra…
– Eh…
– Mi sono venuti i poteri.
– Che t’è venuto?
– I poteri
– Che poteri?
– I poteri forti.
– Hai di nuovo mischiato Xanax e centerbe?
– No.
– Ecco, fallo. Forse è il caso.
– No, Fra, sul serio.
– E quindi ti sono venuti i poteri forti. Fai ‘na cosa, prendi una bella Tachipirina, ti fai una ricca dormita, sudi tutto e domani mattina riparti di slancio.
– La smetti di prendermi per il culo? Poi dici perché non esco. Tanto non mi crederà mai nessuno.
– Beh, dipende. Che tipo di poteri sarebbero?
– Forti.
– Ma nel senso di fichissimi?
– No.
– Voli?
– No.
– Ma niente niente?
– …
– Manco piano piano rasoterra?
– No.
– Teletrasporto?
– No.
– Supervelocità?
– No.
– Ma almeno trovi subito parcheggio?
– C’ho i poteri forti, ma non abbastanza per questo. Però sono in grado di condizionare le iniziative della maggioranza del momento attraverso macchinazioni opache e quindi impermeabili al vaglio dell’elettorato, preservando assetti economici consolidati e ostacolando l’esplicazione della volontà popolare.
– Forte!
– Te l’ho detto!
– E che ci fai?
– È proprio questo il punto: la responsabilità che deriva da un grande potere. Vedi Fra, i poteri forti sono venuti proprio a me, che sono un coglione, e questa è una responsabilità enorme, difficile da sopportare. Per questo mi drogo e valuto con cura come impiegare questi miei poteri.
– Forte.
– Forti, plurale.
– Che farai adesso?
– Non lo so, è un mese che sono chiuso qui a pensare a quale applicazione sia più giusto dare a questo dono, nell’interesse di tutti. Ci vuole qualcosa di epico e filantropico.
– Con i lupi mannari?
– Ti preferivo quando dicevi “forte”. Ma non capisci? Qui ci vuole qualcosa che segni il nostro tempo ad imperituro ricordo dell’impresa.
– Possiamo far perdere la Juve?
– No, ma possiamo farla pareggiare.
– Ma poi scusa, come ti sarebbero venuti ‘sti poteri forti? ti ha morso un Verdini?
– Più che altro credo che sia stato sto caldo/freddo caldo/freddo de ‘sti giorni. E infatti pensavo di partire da una roba sul clima.
– Eh, ma non è tanto il clima, è l’umidità che te frega.
– E allora legalizziamo l’erba.
– Eh sì, così la gonfiano de accise e ce costa er doppio.
– Aboliamo Povia! Pedonalizziamo Adinolfi! Riabilitiamo Ignazio Marino!
– A quest…
– Influenziamo la Ferragni che influenza Fedez che influenza Rovazzi che influenza la Fiat e quindi la Chrysler e manovriamo Trump fuori dal Venezuela, e lo indirizziamo dentro Valentina Nappi! Lo famo scopà e vedi che tutto se risolve in Palestina. Ed è un po’ come se ce la fossimo indirizzata pure noi Valentina Nappi. Da Valentina Nappi a Soros poi è un attimo.
– A questo punto, però, è importante che non diciamo cazzate. Prima di tutto dobbiamo eliminare l’acerrimo nemico dei poteri forti. Un male difficile da estirpare.
– L’herpes?
– No, Giarrusso.
– Il cugino di tua mamma che sta facendo i domiciliari a Pomezia?
– No.
– Allora non lo conosco.
– Non importa, non fa niente.
– Biondo?
– No, ma veramente non ti preoccupare.
– Ma che suona la chitarra nel gruppo der tapparella?
– Non lo so, no, non c’entra, ma mi segui?
– Certo, dove andiamo?
– A fare la rivoluzione.
– A quest’ora?
– Perché, che ora è?
– Non lo so, però ho fame.
– Tira un po’ di coca, così ti passa.
– Ah, grazie.
– …
– …
– Ma senti un po’, dimme la verità, ma co’ ‘sti poteri forti… se scopa?
– Guarda, diciamo che è più facile trovà ‘na mignotta col resto de 50.
– Te dicono tutte “famo con calma”.
– Già.
– Vabbè, ma allora stiamo a casa, che usciamo a fa?
– Ma infatti. Pe scopà gratis a Roma ce vonno li sordi. Altro che poteri forti.
– Appiccia va’.