Per te forgiai una cotta d’oro e una spada di platino. Per te guadai paludi, addomesticai deserti, valicai montagne. Per te sgozzai grifoni, strozzai pitoni, incornai mufloni. Per te fronteggiai il drago, per te lo vinsi. Per te, con la sua testa in una mano, mi arrampicai sulla torre servendomi solo dell’altra. E finalmente ti vidi. Finalmente ti toccai. Finalmente ti voltai. “Eccheccazzo, mamma: di nuovo tu?”.