Quando leggerete queste righe, sarà la vigilia dell’evento più spiazzante nel panorama della moderna democrazia europea, e non intendo un attentato dinamitardo al parlamento europeo a opera di un manipolo di leghisti imbottiti di metano (metano I.G.P. prodotto nel colon crasso di allevatori di Varese) o di grillini in assetto da guerra (cioè gente in felpa col cappuccio e converse che, dalle aiuole del parco più vicino all’edificio, proverà a distruggere i server di Bruxelles tramite mailbombing di messaggi come “uno vale uno”, “più potere alle sirene” o “via le scie chimiche dalle nostre lire!”). Perché non accadrà.
Parlo delle primarie del PD. Che accadranno. L’8 dicembre.
La confusione nei volti di chi, in questi giorni, ha provato a capirci qualcosa, ricorda quella degli elettori di Forza Italia – no, del Pdl – no, di nuovo di Forza Italia che dovranno andare a votare per Berlusconi – no, per Alfano – no, per Sonia Alfano – no, per Marina Berlusconi – no, per Mediaset – no, per Galliani – no, per un qualsiasi vecchio nano schizofrenico volitivo e troppo simpa – e in definitiva finiranno per mettere una X su qualsiasi cosa nana sia in grado di urlare, scopare e evadere le tasse, se possibile contemporaneamente (e sappiamo bene chi è il più bravo a fare queste cose) (Maradona).
Comunque, per aiutarvi a scegliere il vostro candidato ideale, ho stilato il seguente elenco che vi spiegherà i pro e i contro di ogni candidato, soffermandosi anche su abitudini sessuali, gusti culinari e sulla capacità minore o maggiore di catturare l’attenzione di gente che ormai per provare un’emozione politica dovrebbe leccare il pancreas di Lara Comi. Da dentro.
Gianni Cuperlo
Gianni Cuperlo, in arte “cosa ci faccio qui”, ha poco più di cinquantanni e milita nel partito democratico dal periodo della svolta di Salerno. Amico del giovane Bakunin, ha partecipato alla battaglia di Balaklava e alla fondazione dei primi soviet. Più volte definito da Pertini con l’epiteto di “coso”, è stato per lungo tempo presidente della FGCI, l’organo giovanile del PCI, un luogo dove siccome non si scopa praticamente mai si finisce tutti con l’odiarsi e ogni ragazzino imberbe diventa una corrente a se stante ancora prima di sviluppare un pelo pubico sufficiente a entrare in un bar dopo le sei di pomeriggio. È un volto talmente nuovo (a me) che in un primo momento, da lontano, pensavo che fosse Scurati. Ha scoperto il sesso di recente, poco prima della Leopolda, occasione in cui l’ha subito perso di nuovo. Gli piace prendere le donne al buio, a loro insaputa, tastando tra le lenzuola, con la voce di D’Alema dietro che gli sussurra “Più a destra”, “più a sinistra” e “vai tigre, infiocinala”. Ama le begonie e ha una grande passione per la sconfitta.
Matteo Renzi
Matteo Renzi non ha bisogno di presentazioni, e anche se ne avesse bisogno – e intendo, se il fatto di presentarlo a qualcuno fosse l’unico modo di salvargli la vita – non lo farei comunque. Matteo Renzi è di Firenze, il che vuol dire che non sta sul cazzo solo alla gente di sinistra, ma a un gruppo sociale numericamente assai più sostanzioso: i toscani. A Matteo Renzi piace la pecorina (per i più internettiani di voi, “doggystyle”), ma solo perché sopra la testiera del letto ha installato uno specchio HD. Politicamente si situa più a sinistra di Andreotti per via della sua passione per i bambini, ma è comunque più a destra di molti storici punti di riferimento della sinistra, come Aldo Moro e il generale Bava Beccaris. È molto cattolico. Oggi. La settimana prossima si vedrà. Furbo, presuntuoso, naif, incantatore di serpenti e sempre sul ciglio della demagogia, presenta purtroppo anche dei difetti. I suoi detrattori dicono di lui che è cinico, abile, paraculo e liderista, mentre i suoi esegeti dicono la stessa identica cosa ma con un ghigno compiaciuto e soffiandosi sulle unghie.
Pippo Civati
Giovane, belloccio, aitante, giovane, belloccio, ai… scusate. Amico di grandi e piccini, Pippo Civati è uno dei primi politici ad aver preso sul serio la rete, guadagnandosi per questo tutta una serie di legittimissimi sputi che solo in quest’ultimo periodo sta imparando a schivare. In realtà è giovane quanto Renzi (38), solo che lo sembra anche. Abile comunicatore, anche se spesso a casa sua, Civati si è costruito nel tempo uno zoccolo duro fatto di gente che l’ha trollato talmente a lungo che ormai gli vuole bene come a un cugino che sta imparando ad allacciarsi le scarpe. A 38 anni. Colpo di genio: Fazio non lo vuole a Che Tempo che fa e lui si intervista da solo. Sorpresa: ha funzionato. Certo, anche l’idea di Renzi di andare dalla De Filippi ha funzionato, anche se continuo a pensare che avrebbe sfondato molto di più se fosse andato a fare la vittima del delitto di Cogne. Gli piace il sesso con le donne, ma non sappiamo se alle donne piaccia il sesso con lui. La sua posizione preferita è quella in cui ti esce dall’armadio all’ultimo momento e ti rimonta in volata mentre tu stai contando i voti dei circoli. Io probabilmente voterò lui perché l’ho trollato per talmente tanto tempo che ho dimenticato come allacciarmi le scarpe. Gli piace la passiflora, qualsiasi cosa sia, e il cardamomo perché ha questo nome puccyssimo. Adora il rock e il suono delle sue unghie sugli specchi.
Gianni Pittella
Boh.
Buon voto a tutti.