Asciugate le lacrime, scatta la fase 2. Dopo il convegno sui viaggi astrali e la razzia vegana potete stare tranquilli, gli ambientalisti se ne staranno a distanza per un po’, continuando comunque a osservare le vostre mosse. È proprio questa distanza che dovete sfruttare.
Chiamate l’Enel, poi chiamate una ditta che installa impianti fotovoltaici, accaparratevi gl’incentivi statali e date avvio ai lavori per tappezzare tutti i vostri terreni di pannelli solari. Piazzate, sistemata nei punti più in vista, una cartellonistica che contenga nei suoi messaggi i seguenti termini: “fotovoltaico”, “l’energia dalla natura”, “impatto zero”, oltre all’immagine di un girasole. Questo distrarrà gli ambientalisti per il tempo sufficiente.
A questo punto, avviata la produzione di energia elettrica, contattate il comune di riferimento e inventatevi che avete della differenza di potenziale in esubero, che il rientro economico è già più che sufficiente, che vostro il nipotino di 7 anni è lontano e gioca in una squadra di calcio e che sareste quindi disposti con immenso piacere a illuminare gl’impianti sportivi della simpatica città così ospitale per almeno 3 anni. Gratis. Con la vostra elettricità.
Ora è il momento della pazienza. Aspettate qualche mese, meglio ancora un anno: godetevi il Cayenne, andate in vacanza, oppure, più saggiamente, ripetete tutte le fasi precedenti in un altro territorio, o anche in più di uno. Poi, tornate all’origine.
Quello che troverete saranno un po’ di soldi fatti con l’elettricità – spiccioli, niente di più – e una serie di terreni in via di disfacimento biologico, ovvero sottoposti all'”Effetto Attila”. I vegani in modalità Berserkr e la copertura coi pannelli solari in sequenza avranno ridotto il terreno a un livello di fertilità simile a quello di Mercurio.
È il momento di dare il via alla fase finale del piano. Fatevi un giro in un mercatino dell’antiquariato e acquistate alcune monete di epoca romana, tornate nei vostri possedimenti e sotterratele qua e là, tra i pannelli solari, poi chiamate la Soprintendenza per i beni archeologici e dite loro che forse avete trovato dei reperti che vale la pena di analizzare. Dopo la visita del burocrate di turno, un paio di giorni dopo, vi piomberà sui terreni una squadra di topi di biblioteca, mummie nerd sbendate e studentelli bruciati dal sole con in testa il cappello di Indiana Jones, che ancora maledicono, per iniziare i rilievi e, visti gli ulteriori ritrovamenti, gli scavi in grande stile.
Fingete disappunto, poi però offritevi di rimuovere i pannelli lì dove la Soprintendenza riterrà opportuno lavorare: loro si terranno stretti, voi tenetevi larghi, e togliete via direttamente un ettaro di fotovoltaico, per iniziare. I pannelli dateli indietro alla dita installatrice, ve li pagheranno come un buon usato, così, fra introiti dell’energia elettrica, fondi statali e vendita dei vecchi pannelli, avrete speso zero, finora, o poco di più.
Continuate a seminare piccoli reperti in giro, la Soprintendenza seguirà le vostre tracce, lasciandosi alle spalle un terreno ormai vuoto, devastato, infecondo, incapace di accettare colture o allevamenti di qualsiasi tipo, cosa che una commissione agronomica potrà senza dubbio certificare.
L’ultimo atto è l’ascesa al Comune. Qui servono il melodramma, le capacità attoriali, l’identificazione col personaggio, doti che non dovrebbero mancarvi, dopo tutte quelle visite fiscali. Recatevi a parlare col sindaco, portando le prove documentate della tragedia, dello scherzo del destino che di contro alla vostra generosità nei confronti della comunità, dell’ambiente, dello sport, dei beni culturali, vi ha lasciato con ettari ed ettari di deserto, la cui sola funzione potrebbe essere quella di accogliere degli edifici, ma, ahivoi, quei terreni non sono edificabili, e non vi resta che disperarvi per cotanto accanimento dell’infame destino, che favorisce i maligni e affossa i benefattori.
Quando uscirete dall’edificio con in mano il cambio di destinazione per i vostri terreni, su cui, dal giorno dopo, potrete avviare i lavori per la costruzione di condomini, resort o quel che sia, abbiate un pensiero per tutti coloro che si sono fatti fregare, poi dimenticateli per sempre. Da lì in poi, è il vostro lavoro, vedetevela voi.
Ps: Per quando gli ambientalisti avranno capito cos’è successo, voi sarete pronti a piantare delle siepi ornamentali, attorno agli edifici, cosa che li placherà per sempre.