Prima legge della metro: in una tratta che tende a infinito, un posto vuoto tra due persone resterà tale, indipendentemente dalle persone stipate all’interno del vagone.

La prima legge della metro, come tutte le prime leggi, sarà presto confutata dalla signora munita dello “sticazzi” kantiano, che dopo un primo dubbio, si farà largo tra la folla per occupare quel vuoto. Da lì la seconda legge della metro: in una fila da 4 posti, l’ultimo che arriva è sempre quello che rompe i coglioni.

La soluzione sarebbe quella di creare posti a sedere con una struttura, seggiolino – niente – seggiolino – seggiolino. Quel vuoto incolmabile eviterà l’ansia dell’ultimo arrivato, tipico della seconda legge della metro. Questo scatenerà, inevitabilmente, il corollario del vecchio pensionato.

Corollario del vecchio pensionato: in un vagone della metro, indipendentemente dalla gente al suo interno, i posti a sedere saranno sempre uguali ad n-1, rispetto ai passeggeri presenti.

Ovviamente, il -1 che resterà in piedi sarà il signore in questione. La soluzione, a questo zenonico problema, è semplice: qualcuno dovrebbe alzarsi e cedere il suo posto al vecchio. Ma qui si entra nella meccanica quantistica del vagone della metro.

Prima legge dei sedili quantistici: quello che il nostro occhio percepisce come un posto libero, non è altro che un sedile occupato da un bambino.

Seconda legge dei sedili quantistici, o legge di Einstein: il sedile libero esiste solo nel breve termine. Nel momento in cui farete la mossa per andarvi a sedere, sarà già stato occupato da qualcun altro.

Questo riporta al problema zenonico di prima, con la sua semplice soluzione (qualcuno dovrebbe alzarsi e cedere il suo posto), ma con in più tante bestemmie sopra.

Il motivo per cui la gente è reticente a questo tipo di soluzione, lo si spiega con la teoria dei giochi, ovvero l’analisi delle decisioni individuali in situazioni di interazione con altri soggetti rivali. Il motivo è che il signore -1 non è altro che un rivale che vuole il vostro posto a sedere. Ma vi conviene? Quante fermate mancano alla vostra? E poi, a parte il “grazie” del tipo in questione, cosa ci guadagnate?

Non a caso, infatti, il tipo che cede il posto, il 78% delle volte spiegherà il suo gesto con un “tanto dovevo scendere alla prossima”. Sembra una risposta banale, ma in realtà vi sta confessando che il posto, se non fosse stato per quel motivo, non ve lo avrebbe mai ceduto. Questo, a sua volta, ci porta ad una nuova situazione. Il signore che usufruirà del posto, ringrazierà lo stesso. Ma perché? A ben vedere, non c’è gentilezza, né compassione in quel gesto, ma solo un vantaggio o meglio, un non-svantaggio per il donatore. Il motivo di questa “non reazione” da parte del vecchio si chiarisce con la teoria del modello preda-predatore di Lotka-Volterra.

Il signore -1, anziché analizzare criticamente quel gesto “fintamente gentile”, criticandolo apertamente, con quel “grazie” si prende il posto lasciatogli libero ed evita un ripensamento del donatore-predatore. In pratica, si garantisce il resto del viaggio senza rotture di coglioni e vaffanculo vari.

Questo suo atteggiamento avrà due conseguenze, entrambe riconducibili alla teoria di Darwin: l’ambiente seleziona le specie più adatte a vivere in quel dato ambiente.

La prima conseguenza, evidente, è che lui si metterà seduto. La seconda, meno lampante, sarà la risultante del suo non criticare quel gesto. Non dicendo nulla, bensì ringraziando il donatore, lo farà sentire anche importante, spingendolo inconsciamente (Freud) a ripetere quel gesto in futuro, seppure sia stato dettato dal semplice tornaconto personale: tanto devo scendere alla prossima. Quel gesto, ripetuto, permetterà ad un altro signore -1, rimasto in piedi dentro la metro, di poter usufruire di un posto libero. Se invece di ringraziare, lo sfanculasse, il donatore probabilmente smetterebbe di offrire quel suo posto, danneggiando un futuro potenziale signore -1.

Quell’innocuo “grazie”, dunque, diventerà il lasciapassare ad un nuovo posto ceduto, usufruibile da tutta la specie di signori -1, nonché il fattore scatenante per la continuazione di questa specie.