Un tavolo da lavoro, un piccone, una pala, una falce e un martello, una quercia, un ulivo, un partito liquido, una bottega oscura, una casa del popolo, un appartamento classico, ma anche moderno, una bicamerale, una barca a vela, un centro sociale, un centro commerciale per spese proletarie, degli skinhead capelloni col pube rasato, un muro (che poi, però, bisogna abbatere), un arsenale atomico (il pin è “0000”), una gomma da masticare cannella e metadone, dei trasferelli a forma di sindaco, un referendum che si vota da solo, un articolo 18bis (nel caso il 18 finisca dalla Sciarelli), una app soltanto per iPhone che quando la apri ti dice: “Sei un pirla”, un ice bucket che quando te lo versi addosso ti dice: “Sei un pirla”, un presidente di seggio che quando voti alle primarie ti dice: “Sei un pirla”, un quotidiano fatto di pesce, un sistema per scalare le banche a mani vuote, un sistema per tornare al 1991, fare 13 al totocalcio e risanare il debito pubblico, un sistema per insabbiare le prove e farsi sgamare comunque, una volta buona, una svolta buona, un risvolto buono, delle montagne russe che non hanno nulla di sovietico, un consenso a basso costo, un costo a basso costo, un passato remoto, un presente imperfetto e un futuro per alcuni figli, random. Dopo un aggiornamento del genere, ad ogni modo, resta comunque impossibile riuscire a craftare un buon segretario.