Mi ci sono voluti un paio di giorni, poi alla fine la verità mi è balzata all’occhio nella sua disarmante semplicità. Il primo errore è stato quello di credere nella spiegazione più semplice: l’incapacità, l’ingenuità, il panico dettato dall’enorme responsabilità. Niente, i conti non tornavano. L’errore successivo è stato diametralmente opposto: cercare uno schema nelle cose, l’applicazione della più cieca razionalità, quella del piano ingegnoso, deviato, fantapolitico. Ancora niente da fare. Poi, a un passo dal panico, ho capito. Ogni elemento è andato al suo posto. Internet come base di lancio, i temi, i toni, le dinamiche, la dialettica, le reazioni altrui. Ora tutto ha senso. Beppe Grillo è il più grande troll che il mondo abbia mai conosciuto. E come ogni buon troll, il suo obiettivo è il caos.