In un mondo senza confini, dove le sinergie ed il melting pot sono l’unica arma vincente, c’è ancora chi si lamenta di immigrati che arrivano a “rubarci il lavoro e le case”. Gente che fugge da situazioni di guerra e fame, quando io, ad esempio, sarei tentato di andarmene dal mio Paese per molto meno. Purtroppo, in momenti di crisi, l’Italiano medio si concentra sulla ricerca di un colpevole diverso da se stesso (se esistessero i mondiali di Cluedo, saremmo campioni incontrastati) e alcune di queste persone finiscono pure per diventare ministri. Così, invece di trovare un metodo efficace per far integrare queste persone e lasciargli versare contributi che paghino le nostre pensioni, passiamo il tempo a rivangare remote glorie imperiali o giocando ai piccoli Braveheart. Anche dargli un alloggio sarebbe facile, senza intaccare minimamente il disastrato welfare italiano. Pensateci: quanti immigrati potremmo sistemare nella testa di un Giovanardi? Lo spazio vuoto occupabile sarebbe talmente tanto da far crepare d’invidia i coloni Australiani. E pensate se gli dessimo anche le teste di Di Battista, di Salvini e dei loro simili: renderemmo produttive risorse del tutto inutilizzate. Invece dei CIE – Centri di Identificazione ed Espulsione, potremmo avere dei CIE – Cervelli Inutilizzati per l’Estero. A voi non sembra una soluzione vantaggiosa?