A causa della crisi, al bar sotto casa avevano assunto due neo-laureati in psicologia. Freudiani entrambi. Sui cappuccini, anziché i cuori o le spighe di grano, disegnavano con la schiuma le tavole di Rorschach (di conseguenza, alcuni clienti, rimanevano a fissare il cappuccino per almeno 30 minuti, in silenzio). Qualcuno scoppiava a piangere, altri scappavano via inorriditi promettendo di non tornare mai più. Il gestore fu costretto a licenziarli. Al loro posto prese due dell’accademia d’arte. Per un cappuccino potevi aspettare anche 90 minuti, ma i disegnini con la schiuma erano a colori. L’inconveniente era sui tramezzini, perché li consideravano materiale plastico. Alla pizzeria di fronte, invece, l’aiuto pizzaiolo era un fisico delle particelle. Il proprietario un giorno gli disse “cuoci la pizza a 400”, senza specificare “gradi centigradi”. Il fisico optò per un’altra unità di misura e finì per sublimare l’intero locale.