Questo è il mio ventilatore. Ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio. Il mio ventilatore è il mio migliore amico. È la mia vita. L’estate fuori continua. Dal cielo cade una brillante pioggia di napalm, dall’asfalto sale il fuoco di diecimila molotov. Abbiamo perso molti compagni in quest’afa infernale. Alcuni sono morti di caldo dopo essersi lamentati per giorni, altri sono annegati nel sonno nel loro stesso sudore, altri ancora andati dispersi in cerca di un condizionatore. Non è facile reggere a quest’alta pressione. Noi ci sfoghiamo prendendo in giro Palla di Mare e il suo mantello di peli. Domani si deve uscire. Sorrido leggendo la frase che ho cucito sul mio panama: Born to Chill. – demerzelev

Dal letto al divano, dal divano al letto. Connubio perfetto. Creo sindoni blasfeme di sudore. Madide di cattivo odore. Alzo il braccio: Cristo era monco. Alzo la gamba: Cristo era zoppo. Alzo braccia e gambe: Cristo era una paperella da tenere nella vasca da bagno. Ecco, bagno. Quello vorrei fare ora, non reliquie fasulle per fanatici religiosi acquirenti di eBay. Il sudore disegna arabeschi, come voli di rondine, da adulto amori mai ricambiati, da bimbo ricambi mai avvenuti. Se mi pisciassi addosso per la poca voglia di alzarmi? Un uomo che muore in croce la trattiene? In Galilea non faceva così caldo. Si moriva tra amici. Come all’aperitivo, ma senza Campari.- coqbaroque

Oltre la soglia empirea dei miei alluci, passato il rigurgito tremolante degli idrocarburi sospesi, scansato il puzzo delle anfetamine nebulizzate, ecco la volontà di potenza premere sul tessuto del mondo. Si staglia vivida come una fiera dantesca, bascula torrida e nel basculare rimescola, vige sulle leggi degli uomini e schizza linfa gravida, fende le molecole, spariglia e scaglia il sodalizio di idrogeno e ossigeno e, passando dal cuore, erige in me un fiore tumido. Ora, se questo ciccione del cazzo si levasse da mezzo ai coglioni, potrei anche farmi una pippa prima che questa gran fica si tuffi in acqua. E porca la madonna. – woland

Il segreto è tenerla in penombra perenne, la casa. Lasciare che ci sia corrente. È in quei pre-pennichella pomeridiani, quei dormiveglia sudaticci in cui, sarà l’umido, mi aspetto di veder apparire -al di là dei miei alluci- una giovane Stefania Sandrelli che mi chiede se la granita la preferisco alla menta o al limone. Prima del pompino, certo. Di sera, poi, la persiana mezza chiusa mi permette di vederli mentre sciamano nelle loro camicie di lino o canapa, verso il palco con l’autore imperdibile o il musicista maledetto. Su quei sandali, nella loro uniforme da sinistrorsi con la Volvo, compagni fattura-free. Tranquilli, non piove, son io che -un po’- vi sputazzo. – van deer gaz

Potrei anche provarci, a tirarmi su dalla sdraia. Ma poi? L’asfalto rovente, a quest’ora, e le chiazze di catrame… Meglio star qui, riparato. Il sole a picco, con quel poco d’ozono, l’eritema istantaneo è la cosa migliore che mi può venire. No, aspetto ancora un po’, resisto, tanto ormai cosa manca. Magari leggo un po’, anche se ho la nausea, del libro di Al Gore, sarà la trentesima volta. Ci fosse qualcuno per fare due chiacchiere. Persino i neri se ne sono andati da un bel pezzo. Dai, pazienza, me ne resto tranquillo, qui sul marciapiede, sotto casa, col mare che ormai manca poco. Valeva la pena aspettare. Grazie, riscaldamento globale, che a me l’entroterra faceva proprio cagare. – mix

Spacca sotto la rocca. Io piatto sulla sabbia, insinuante strisciante silenzioso come manta, verde e bruna la muta nel cespo di posidonia: all’aspetto del dentice, rosa e dorato insieme come solo sott’acqua esso è. Respirerò l’apnea mia stessa. Eccolo. Scoccherò la tahitiana dalle gomme dell’arbalete. Vibrante nell’asta, così lo sentirò alla risalita. Fibrillante di sole odorosa di cloruri la donna mia, corvina al capello, all’iride, alla pelle. Vincente per lei, riemergerò. Un bimbo m’invidierà la preda e la muta. La doccia ci sciacquerà via la sabbia e confonderà l’intreccio dei nostri corpi; la brace scoppietterà, la sera carezzerà il Mezzogiorno nostro barocco: Sicilia. – “No, io ‘nvece montagna: me biace l’aria bòna”. – lowerome

Le cicale, dopo pranzo soprattutto, fanno quel cazzo di rumore ossessivo che ricordano il cri-cri delle lucine intermittenti degli alberi di Natale. Gianni è steso sul divano, con la canottiera ingiallita e sbracata, e guarda il Tour de France. In realtà sonnecchia, e si tira su a biascicare qualcosa solo quando il telecronista spara qualche nome russo cazzuto. Gianna ha finito di lavare i piatti. È seduta sul bracciolo del divano, con lo strofinaccio ancora sulle gambe. Da giovane era una zoccola. Gianni invece era un bell’uomo, solo del tutto imbecille. Gianna ha preso il coltellaccio che usa per fare a pezzi il coniglio. Gianni non esce più nemmeno per buttare la spazzatura. Puzza di piscio. Gianna voleva fare la zoccola felice. Sul gran premio della montagna sprinta Aljaksandr Kučynski. Il sangue di uno che puzza di piscio, puzza di piscio. – azael

Ho comprato un binocolo militare, zoom 25×70, nero. Passo il tempo sul balcone a guardare dentro casa dei vicini. Ciao Elena, i nuovi costumi che hai comprato ti stanno benissimo, ma per sicurezza provali ancora, altre due o tre volte. Ciao Veronica, ma quanto sole hai preso? Sei tutta scottata! Ora spalma bene quel doposole, ma più lentamente… sì, dai… più lentamente. Ciao Monica, basta esercizi per oggi, vai a fare una doccia e rilassati, io controllo che tu te la goda a dovere. Ciao Mar… MARIO, CRISTO! E METTITI ADDOSSO QUALCOSA! – waxen

La città deserta d’estate. I 35 gradi costanti, l’asfalto fuso. Mad Max si è comprato la nuova Panda e sul Raccordo sfreccia ai 140 in terza corsia, il finestrino abbassato per risparmiare sul condizionatore. Dietro è inseguito da 2 Humungus sopra a T-max argentati. Provano a sorpassarlo, ma senza successo. Uno dei due, allora, gli fa esplodere una molotov sul cofano. L’esplosione crea un cortocircuito e la radio si accende improvvisa su Radio Maria. Sudato e incazzato come Gesù sul Golgota, Mad Max tira fuori il fucile a pompa e fa fuoco allo stronzo. Il pallettone gli fa esplodere la capoccia e il T-max, ormai senza controllo, va a finire contro l’altro, ammazzandolo. Radio Maria, intanto, esorta ancora i fedeli a pregare. – spaam