Salone delle orge. Tavolo di Teck rettangolare al centro, completamente apparecchiato per la cena. Sopra, uno dietro l’altro, lo illuminano tre lampadari grandi ognuno come uno Sputnik. Dietro, un quartetto d’archi suona, in playback, i Jalisse.

A capotavola Berlusconi con una corona in testa. Il resto del tavolo è occupato da tutti i suoi fedelissimi, quelli cioè che lo seguono senza chiedergli un extra sulla busta paga. Al centro della discussione la sua condanna a 7 anni e l’interdizione dai pubblici uffici.

Berlusconi (battendo le mani due volte): “Fate entrare le troie”
Ghedini: “Ma non si era detto dopo la cena?”
Berlusconi: “Tranquillo, tanto tu oggi non scopi”
Ghedini: “Come non scopo? Cioè, io sono tuo amico e avvocato e…”
Berlusconi: “Quante cause mi hai fatto vincere?”
Ghedini: “Be’, ecco, le prescrizioni, poi quella con, come si chiamava”
Berlusconi: “Te lo dico io: nessuna. Se non fosse stato per le leggi ad personam, sarei dentro da almeno 10 anni. Quindi, da oggi, tu non scopi più. Anzi, smetti proprio di essere il mio avvocato”
Ghedini: “No aspetta, come non scopo più?”

A quel punto entrano le troie e afferrano Ghedini da dietro. Una tira fuori una pinza con una strana forma, tipo forcipe, e poi lo intima di tirarsi giù i pantaloni. Ghedini capisce che qualcosa non va e inizia a gridare. La Russa, seduto di fronte a lui, per l’emozione si lascia scappare un Eia Eia Alalà, a cui segue uno scureggione potentissimo. Capezzone, seduto 20 metri più sotto, appena lo sente corre a tuffarsi sotto la sedia di La Russa per annusarselo tutto. Berlusconi minimizza: “Scusatelo, è fatto così. Capezzone, torna al tuo posto, coglione”. Ghedini, intanto, è stato evirato e portato via.

Berlusconi: “C’è da sistemare la faccenda dei 7 anni”
Cicchitto: “C’è anche la faccenda Santanché”
Berlusconi: “Ma non era stata già montata la settimana scorsa?”
Cicchitto: “No no, non è quello. È per via dell’elezione a vicepresidente della Camera”
Berlusconi: “Problemi col PD?”

Risate generali.

D’Alema: “Carina questa”
Berlusconi: “Ahahah, scusate, ma non ho resistito. Allora, qual è il problema?”
Capezzone: “Perché il posto proprio a lei?”
Berlusconi: “Vuoi la verità su chi sia più bravo, tra te e lei, a fare i pompini?
Capezzone: “Ma lei è una donna, non vale”
Berlusconi: “Guarda che il tuo cazzo misura la metà del suo clitoride. E poi si è sbattuta di più per la mia innocenza”
Ferrara: “Eh no cazzo, io mi son pure truccato da bagascia”
Berlusconi: “Vuoi che ti scopi davanti a tutti?”
Ferrara: “No, però non puoi dire che lei sia stata la migliore”
Santanché: “Scusa Giuliano, ma come ti permetti? Io ho avuto più palle di tutti voi maschi, a cominciare da quel ricchione di Lupi”
La Russa: “AHAHAHAHAHAHAHAHA EIAEIAALLALLÀ AHAHAH PROOOOTTT AHAHAHA”
Berlusconi: “Ignazio, Dio porco, piantala.”
Cardinale Bagnasco: “Silvio, ti prego, il nome del Signore invano, no dai”
Berlusconi: “Andavano bene i chierichetti dell’altra settimana?”
Cardinale Bagnasco (arrossendo): “Sì, Presidente”
Berlusconi: “Allora, se per caso dicessi di nuovo porco il Dio ladro e impestato, non sarebbe un problema, vero?”
Cardinale Bagnasco: “No, certo che no Presidente, il mio era più un suggerimento così, generico”
Berlusconi (battendo le mani): “Fate entrare Renzi”

A quel punto si sente un boato di motocicletta e Renzi fa il suo ingresso, vestito da Little Tony, sopra una finta Harley Davidson targata Pisa.

Renzi: “Dica, Sire”
Berlusconi: “Forza, sparecchia la tavola e poi portaci 39 caffè. A me macchiato senza zucchero”
D’Alema: “Come il suo”
Cicchitto: “Lungo”
La Russa: “Al vetro”
Santanché: “Senza zucchero ma con il dietor”
Capezzone: “A me pure il dietor”
Ferrara: “A me macchiato con un cucchiaio di besciamella”
Lupi: “Corretto al Fernet”
Gasparri: “Hodor”

Segue un momento di silenzio. Poi Renzi sbotta: “Se pensate di umiliarmi con questo scherzo io vi dico subito che non sono disposto a stare al vostro gioco e che il cameriere io non ho intenzione di farlo”.

Briatore: “Matteo ha ragione, non è mica Bersani”
Brunetta: “No Cristo, Bersani no. Gli dovevi ripetere le ordinazioni 100 volte, si sbagliava di continuo e poi quando attaccava con quelle barzellette di merda, quelle da vecchia sede di Partito Comunista Emiliano”
Berlusconi: “Sì, abbiamo capito, Brunetta, ora però il fatto che sei nato nano, antipatico e coglione non ce lo puoi mica far pesare a ogni cena”

Nuove risate generali.

Berlusconi (scaccolandosi): “Resta irrisolta la mia faccenda, branco di cazzoni. 7 anni in primo grado. Come pensate di risolverla?”
Alfano: “Spostare il processo a Milano?”
Berlusconi: “È già a Milano, coglione”
Alfano: “Non era a Brescia?”
Berlusconi: “Lo volevamo portare ahhh lasciamo perdere, tanto questo è ritardato”
Gasparri: “Hodor”
Letta Jr.: “Potremmo trasferire i giudici a Lampedusa”
Berlusconi: “Io mi chiedo come mai gli italiani non se ne siano ancora accorti”
Letta Jr e Alfano: “Di cosa, Sire?”
Berlusconi: “Già, di cosa? Niente, lasciamo stare, è un concetto complesso per voi. Mi ritiro nelle mie stanze. Voi tornate pure a raccontare le solite stronzate in Tv. Ci aggiorniamo alla settimana prossima”

Berlusconi si allontana.

D’Alema: “Questo vuol dire che il governo continua?”
Berlusconi: “Fino a prossima smentita”