La mia ragazza mi ha appena confessato di avere una storia con un banchiere. Ora capisco perché il tasso sul mutuo era così svantaggioso. Scendo per prendere una boccata d’aria e vado al bar sotto casa, accanto alla banca. Ci trovo due cassieri. Li riconosco dal vestito e poi parlano di lavoro a voce alta. Non resisto. Pago senza bere ed esco. Per strada vedo un signore vestito come i due tizi al bar. Attraverso per comprarmi le sigarette. Non ho moneta contante, così il proprietario mi indica il bancomat, proprio a lato. La commissione mi costa 5 euro, quanto tutto il pacchetto. Poco distante, una pizzeria trasmette la partita di calcio. Butto un occhio e leggo i cartelloni pubblicitari: banca, banca, banca, Adidas, banca. Per oggi può bastare. Faccio per tornare a casa, un barbone mi chiede qualche spiccio. Apro il portafoglio e sì, vaffanculo, eccoti la mia carta di credito. – spaam
Evvai! Non mi ha visto. No, questa volta no. Eh, son stato veloce, stavolta. Vicolo a destra, vicolo a sinistra, cortile, androne, portico, scalinata, vicoletto, portoncino, cortile. È fatta, l’ho seminato. Madonna che fuga, però. Un osso duro, il bastardo. Lui e la sua voce metallica del cazzo. Si fotta. E i suoi capi con lui. Brutte teste di cazzo. Ogni settimana uno nuovo, più furbo, più veloce. Cristo, c’ho messo un’ora e mezza a seminarlo. Ma dove li trovano, così bravi? Dire che una volta erano immobil… Cos’è stato? Cazzo mi ha trovato! EFFETTUARE OPERAZIONE! EFFETTUARE OPERAZIONE! Vaffanculo bancomat di merda! – mix
Tensione sociale, militarizzazione, delirio. Qualche settimana fa, io e il mio collettivo anarchico stavamo in panciolle nel nostro fienile. Veniamo svegliati di soprassalto da una luce fosforescente che ci ordina di osteggiare Grillo, pisciare sulla sede della BCE e sparare in un ginocchio a Ennio Doris. In breve ci abituiamo al bagliore e notiamo che a emanare quella luce è il clitoride di Sara Tommasi, che si esprime con voce baritonale come se dietro ci fosse Alfonso Luigi Marra che parla in una cornetta del telefono coperta da un fazzoletto. Un mio amico salentino si avvicina al clitoride, che si contrae in una scorreggia vaginale e implode nebulizzando LSD e rivelando la presenza di Alfonso Luigi Marra che parla con voce baritonale in una cornetta del telefono coperta da un fazzoletto. Impazziamo tutti, il mio amico dice “vado a fare una cosa a Brindisi”, io dico “vado a fare una roba in Grecia”, e oggi veniamo tutti prelevati dal ROS. Vagli a spiegare che era una cena vegana, adesso. – woland
Sembrava la stanza d’albergo di un agente di cambio il giorno del fallimento della Lehman Brothers. Era tutto sottosopra. Una scritta nera, Brok’n’Roll, occupava la parete più grande. La calligrafia era da lavagna magnetica. Sul computer stava andando quel film porno in cui un’analista finanziaria elogiava il baratto. Dovevano essere strafatti di titoli tossici. Trovò un segno in rosso sul bordo di un bicchiere e nel posacenere una banconota spenta. Era ancora calda: se n’erano andati da poco. Prese paura, chiamò un amico: “Posso dormire da te? Mi sono entrati i banchieri in casa”. Mentre parlava notò uno strano post-it all’ingresso: “Visto che stai uscendo, lascia le tue chiavi sul tavolo”. – demerzelev
Web Banking, solo consultazione. “Facile e pratico”, pensavo. Poi scappa fuori che ogni due mesi il cervellone mi chiede di cambiare la password, che l’accesso viene notificato tramite SMS e mail. A livello di privacy, mi sento molto sollevato a dover coinvolgere un operatore di telefonia e un client nella rituale attestazione del mio non avere un soldo. A livello di password, l’Inferno l’ho usato tutto e, dato che Purgatorio e Paradiso non son ‘sta gran roba, pensavo di passare ai russi. Ma se dovessi suggerire qualcosa alle banche, direi di fare bancomat che permettano di infilarci dei soldi. Non mi interessa se son nati unicamente per distribuirne. Davvero, io l’omofobia non la sopporto. – van deer gaz
La banca è come il primo amore: non si scorda più. Almeno, lei non ti scorda più. La banca ti segue tutta la vita con lettere, SMS e mail. La mia è una banca speciale. Una volta, Gianni, il tabaccaio, mi ha detto che se l’istituto di credito non mi finanziava l’auto, potevo rivolgermi a Rurù, il fruttivendolo, che i soldi li presta volentieri. Grazie a Rurù ho preso una Fiat Uno del 1987. La sto pagando come una Lamborghini Aventador del 2011, ma io Rurù non lo dimentico. Nemmeno Rurù si dimentica di me, ma lui è uno all’antica, una persona semplice, amante della buona compagnia e degli animali, così, quando pensa a me, lui mi manda direttamente un suo caro amico e un pitbull. A volte il pitbull arriva da solo, ormai ha imparato la strada. Però è gentile, mi avvisa prima con un SMS. Proprio come una banca vera. – coqbaroque
Credo che una delle massime e più profonde verità sulle banche sia che non hanno cessi per i clienti. Verità corollario, forse anche più profonda: mai avuto bisogno di andare al cesso in banca. Attese eterne, neon, quelle seggioline di lana vetrata rossa che portano retto e vescica a picchi di 600-625 kelvin. Eppure niente. Né io né i bancari. Mai visto un bancario che interrompesse un’operazione perché gli sudavano le tempie per quanto gli scappava. Impossibile fraternizzare sfruttando questo tradizionale spunto di confidenza virile. Forse maneggiare i soldi blocca le funzioni vitali. Perché le riassume. Vittoria finale della cultura sulla natura. Di un particolare tipo di cultura. – lowerome
Finalmente è il mio momento, prendo su il bancomat dal portafogli e faccio per buttarlo dentro e prendere i miei 50 euro. Mi cade l’occhio sul solito pulsante rosso Malore, e oh, non c’è scritto “Malore”, c’è scritto “Ti aspettavo”. Penso a un adesivo messo da qualche coglione, provo a staccarlo. Non è un adesivo. Al solo sfiorarlo il bottone diventa lampeggiante e dalla fessura del bancomat esce una lama flessibile e affilata. Qualcuno mi blocca da dietro. La lama mi squarcia la camicia, mi traccia un solco preciso sul petto. Sanguino come un Cristo, i zampilli mi chiudono gli occhi, non sento dolore, non capisco. Il petto aperto da parte a parte, gli organi a vista, la carne rossastra, la merda disumana del dentro del corpo. RITIRARE I CONTANTI, prego. – azael