Sgranocchiano, sbirciano, piluccano, danno una rapida occhiata. Poi spizzicano appena, giusto per provare, per non buttare, con quel “dato che siamo qua” e subito dopo vanno oltre, come i condor con le carcasse morte. Un oltre che non è dato sapere, ma è così bello credere che ci sia un “oltre” concettuale, financo reale, dove trapassare momentaneamente e lasciarsi alle spalle gli altri. La gente, quelli sfigati che non capiscono, che non ti seguono mai e sbagliano sempre, votano il peggiore e son così “cheap”, ecco, loro possono rimanere pure indietro, fuori, nel girone degli stronzi.
Le primarie del PD, ma sei pazzo? Io non glieli do mica 2 euro a quegli stronzi, e poi è tutto così inutile. Ci vorrebbe un Berlinguer, uno realmente di sinistra, ché a questi apericena, ultimamente, una noia. Tutti con questi discorsi fintamente di sinistra, guarda, a sto punto meglio uno di destra, vero, almeno sai dove vai a finire.
Renzi, per esempio, come lo vedi? Sarà mica di destra, quello lì? Allora Civati tutta la vita, almeno è un perdente vero, mica come il Bersani. Sfigato il Pierluigi. Perdere va bene, ma perdere vincendo, è come quei matrimoni con i beni separati, perché alla domanda: “ti sei sposato?” uno può sempre dire “eh sì, ma beni separati che un domani non si sa mai”. Ma che scherzi? Hai fatto benissimo. La fiducia certo, te la sei sposata, ma non è mai troppa.
Non mi segui? Tranquillo, tra un paio di sere lo trovi tutto sottolineato alla pagina 777 di Gazebo, la trasmissione che mette insieme TV e Internet, capito quanto stanno oltre, avanti, ti rendi conto della paraculata? Lì, dove c`è quello che ti fa lo spiegone, come nelle telenovelas brasiliane e, come nelle telenovelas brasiliane, si ride e si piange, si applaude e si fanno spallucce. È il post-modernismo, quello degli scrittori/cantanti/vignettisti/blogger fatti star. Il Darwinismo catodico: rockstar, poi pop-star e infine twitstar.
E poi, hai visto chi c’è? Guarda, là in fondo, li vedi? Gli intellettualoidi! Una massa acritica, ignorante, serva, stupida, qualunquista, socialmente disinteressata, egoisticamente occupata e incapace di abbinare un vino ad un piatto di pasta. Da decenni in preda ad una crisi d’identità laica, sono ancora inutilmente valutati, nel senso di sopravvalutati e sottovalutati allo stesso tempo. Boriosi, infimi, impauriti di prendere fino in fondo qualsiasi cosa gli venga messa sotto il naso, impauriti di dover poi ricambiare il gesto, il bacio, la carezza, di dover dare qualche cosa in cambio, di doversi privare di qualche cosa a loro troppo caro, in una parola risaputa e sola: borghese.
Gli intellettualoidi borghesi, quelli di Mandela RIP, grande uomo Mandela, lasciatelo stare a Mandela, ho messo la sua foto come avatar, ho l’avatar di uno che ha Mandela come avatar, genio, quelli del Madiba come se fosse stato lo zio, un vicino di casa, l’africano che gli vende i CD rimasterizzati male. Eccolo, guarda, ce l’avevo amico sul Fb, Madiba, ma dai, figo, alternativo, altro anzi no, oltre.
I gossippari, quelli che “lo sapevi che Kafka era un simpaticone?” altro che kafkiano, roba da morire dal ridere. Avesse un twitter oggi, spopolerebbe. Si porterebbe appresso tutto il codazzo delle comari di twitter, a cominciare dai Vip politici, quelli che godono nel vedersi insultati perché è un segno di potere, un potere esercitato come strumento di offesa, di forza, di sottomissione.
È la qualità, caro Mandela, è la qualità che ci manca. Che poi, alle primarie, il primo vince, il secondo vince le prossime e il terzo diventa sindaco di una grande città.