Questo non è un disegno coi pennarelli fatto da un bambino qualsiasi, questo l’hai fatto proprio tu. Il prato zigzagato di verde, il cerchio giallo vuoto del sole, il cielo grande fino a esaurire l’azzurro, e i palloni da gioco, cerchi colorati, non chiusi. C’è qualche albero con due rami e con la chioma a forma di nuvoletta. Sparsi qua e là i tuoi amichetti, riconoscibili solo dai colori dei vestiti, dei capelli, degli occhi. Da una parte, quasi al margine, i tuoi genitori che si tengono per mano: triangolari, spigolosi, scuri. Stai giocando al parco. E così bene. Corri con i tuoi amichetti. Nessuno cammina, correte tutti, costantemente. Libertà. Sudore, il vento della corsa che lo rinfresca. Acqua alla fontanella, ogni tanto, dopo una gara per arrivarci. Un po’ di fila per bere, tutti insieme. E anche in quell’attesa ci si schizza e si scherza e si gioca. E l’acqua fresca, poi. Che buona. Riparti. Hai le caviglie sporche, la terra nei calzini di spugna, sassolini incastonati nei palmi delle mani e hai seminato in giro qualche brandello di pelle del tuo ginocchio. Piccole sofferenze che non senti. Non sono importanti, c’è di molto meglio da fare. Ti rialzi subito, sempre, e corri. Risate, schiamazzi, chiamate, inseguimenti, pianti che durano poco. Leggerezza. I tuoi genitori buttano un occhio dalla panchina, ogni tanto, ma contengono l’ansia. Spettatori di quello spettacolo, sanno che è importante che ti diverta, sanno che ti piace, sanno che stasera t’addormenterai facilmente. T’invidiano molto, ma tu non lo sai. Ti avvicini per salutarli, ti fai vedere, vi sorridete. Scorgi un amico che t’ha rubato la palla. Riparti subito, chiamandolo, urlando e sorridendo. Ride anche lui. Vai forte, lo stai per prendere. Da dietro, improvvisamente, qualcuno ti prende per un braccio. Stavi correndo e ti fa male. Ti tira giù per terra. Ti giri per vederne il volto, ma non ci riesci. Cerchi di rialzarti per continuare a divertirti, ti dimeni, strilli, ma lui è molto più forte di te. Ti fa male la spalla, il polso. Ti tiene giù. Ti costringe. Piangi più forte. Ti mordi le labbra. Paura e rabbia. Tanta rabbia. Passerà. Forse.
Buon rientro dalle vacanze.