Sono andato su Twitter e ho scritto una battuta sul fatto che Mario Adinolfi è ciccione. La battuta dice così:

Secondo me Adinolfi dovrebbe firmare con un sacco di spazio fra una lettera e l’altra, per dare l’idea.

Non un gioiello d’arguzia, direte voi. E lo dico anch’io. Un semplice sberleffo, dico io. E lo direte anche voi. (ditelo e zitti sennò il post non va avanti)

Fatto sta che un follower dotato di intelligenza superiore alla media di Twitter (la mia teoria è che Twitter sia il vero social network degli scemi, i quali però, in mancanza di un numero sufficiente di caratteri, non riescono a dimostrarsi tali in via definitiva, a differenza di quanto succede su Facebook)(Google+ basta utilizzarlo, per essere considerati scemi) appropriatamente mi fa notare che è “ingiusto prendere per il culo il soggetto in questione per il suo aspetto fisico quando vi sono altri mille motivi per farlo”.

Perché, è anche basso? ho pensato. [risate registrate]

(però quando faccio delle battute sul fatto che sono ingrassato io nessuno viene a difendermi da me stesso o a dire che ci sono altri mille motivi per prendermi per il culo)
(sono anche basso)

Comunque sia, il follower ha ragione, e mi toglie d’impiccio prendendosi la responsabilità di dire che ci sono mille motivi per portarlo per il culo, Adinolfi, che alla fine non è mica una cosa bellissima da dire, e sottintendendo che quei motivi sono intellettuali, e che quindi sono ragioni più intime e profonde dello strato adiposo. Insomma attaccare il cervello di uno (le idee stanno nel cervello, finché non dimostriamo con una sonda mandata lì apposta dagli americani che sono nell’iperuranio) è più giusto che attaccarne la massa grassa. Forse perché le idee sono ragionate, volontarie; sono una scelta, invece le ciccia no.

(in effetti ho sempre sostenuto che quando mi sfondo di profiterole c’è in azione un demone che mi obnubila la mente)

La ciccia può essere una questione genetica. Però aspetta, pure il cervello con delle idee imbecilli può essere un discorso genetico. Una carenza di qualche proteina. Il lupus, la sarcoidosi, vai a sapere.

(così però non ne usciamo, faccio un dribbling e vado avanti)

[dribbling; selfie; altro dribbling]

Bisogna attaccare le idee! Tre carrarmatini alla volta. E non fare battute sul peso. Proverò, lo prometto.

Le idee di Adinolfi però saranno tantissime (oddio… ), quindi concentriamoci su quella che è una messa (battuta facile sulla religione -> scartata) in opera del suo pensiero, un prodotto materiale che lo rappresenti: La croce.

Ovviamente non parlo dell’oggetto originale vero e proprio, quello che ha riscosso tanto successo sociale da divenire simbolo, quello che non sarebbe stato in grado di reggere Adinolfi e si sarebbe spezz… no, niente (ho promesso). Parlo del quotidiano appena inaugurato da Adinolfi stesso, e di cui è, ovviamente, direttore.

Adinolfi, si sa, è in missione per conto di dio, e la sua emanazione editoriale, in un periodo in cui l’editoria se la passa benissimo e le testate vanno in pezzi come una torre di Jenga sul tavolino del soggiorno del vostro appartamento al quinto piano quando sul marciapiede sotto casa passa a piedi Adin… no niente, dicevamo la sua emanazione editoriale si schiera a difesa dei valori cristiani o, come dice il sottotitolo, “contro i falsi miti del progresso”.

[promemoria: informarsi se La croce percepisce finanziamenti pubblici, e rompere il cazzo in caso di sì]

La croce, un giornale così sobrio nelle sue posizioni che Il Giornale (poi dicono di non fare i giochi di parole, dicono), con la sua solita leggerezza calviniana e calvinista, definisce ultra-cristiano.

(ora, una cosa positiva degli ultra-cristiani è che non vanno in giro a farsi esplodere o robe simili; una cosa negativa è che non ci vanno probabilmente perché i cristiani sono in netto vantaggio su tutti gli altri, hanno vinto la partita, in sostanza, e farsi esplodere mentre si sta vincendo è persino più stupido di farlo in generale, per qualsiasi motivo)

Adinolfi, il quale è naturale che stesse nel PD quanto allo zoo un pinguino nella gabbia delle scimmie, ha una mente (visto? sto attaccando le idee!) così abituata all’autoipnosi religiosa che quel sottotitolo, “contro i falsi miti del progresso”, compare per intero nelle sue rete neurali, come anche nelle teste dei suoi adepti e tifosi vari. In una mente dotata di raziocinio, invece, compare con ”i falsi miti del“ oscurato (contro i falsi miti del progresso)(per i non avvezzi all’enigmistica: si ottiene “contro progresso”, soluzioni a pag. 68).

Detto in parole comprensibili anche all’utente medio di Twitter: La croce, il suo direttore, i suoi lettori, sono contro il progresso.

(fateci caso, questa gente fa sempre costantemente un richiamo alle radici cristiane, come se il resto della pianta non contasse, non crescesse e si evolvesse, progredisse, cosa che fanno anche, sotto terra, le radici, oltretutto)

Quindi per loro, per esempio: unioni civili=no, aborto=no, eutanasia=no (non apriamo nemmeno il capitolo altre religioni, sennò poi c’è da spiegargli che ne esistono di altre). Un no che non significa solo Scordatevelo brutti atei di merda, ma che signifca anche Non dovete nemmeno chiederle certe cose. Chiederle allo stato che gentilmente vi ospita, nel senso.

[promemoria: inserire una battuta di pancia][promemoria: lasciare da parte tutta la trattativa Stato-Chiesa]

In breve, sono fermi a circa duemila anni fa.

(il che fa pensare che il falso mito del progresso forse è il calendario)

Duemila anni fa, quando si sarebbe potuta leggere una notizia simile:

Urbe, il noto politico e giornalista Marius Ciccionus (sic!) Adinolphis ha annunciato il lancio di un nuovo quotidiano intitolato La saetta. La testata, che reca il sottotitolo Contro i falsi miti del progresso, si dichiara apertamente in difesa delle radici politeiste della nostra società e in aperta e militante critica contro la falsa ideologia del facile monoteismo e della moda orientale del cristianesimo. Nel primo numero, ha affermato (Y)MCA, sarà pubblicata una lunga intervista al Primo Sacerdote del tempio di Giove e sarà lanciato un concorso per il logo dei prossimi Baccanali.

[promemoria: studiare meglio i dettagli della società romana antica]

[promemoria: informarsi se il primo matrimonio di Adinolfi è stato religioso e se poi c’è stato l’annullamento della Sacra Rota, e in caso di sì+no rompere il cazzo]

Avete una fede? Ok. Tenetevela. Non è che potete usarla come àncora per lasciare la società lì dov’è, con noi a bordo. Noi si vuole viaggiare in mare aperto.

– Lei ci va in chiesa la domenica?
– Sì, sempre.
– E viene a svegliarmi quando ci va?
– No, ci mancherebbe altro.
– Allora perché rompe il cazzo quando c’è da fare un passo avanti coi diritti civili?
– Che c’entra, scusi?
– Niente.

[promemoria: finire il pezzo citando Milani]

Il pezzo è completo così.