Io lo so, amato lettore, che tu sei una persona colta ed istruita. Me ne accorgo quando mi scrivi “gegno” nei commenti. E per questo ti ringrazio e ti dedico questo post, fiducioso che saprai trarne giusta considerazione, estremo beneficio, grande giovamento e tante altre cose meravigliosamente piene di aggettivi qualificativi. Ma se così non dovesse essere, o se deciderai di non leggerlo, non fa niente, brutta capra. Potrai comunque continuare a crogiolarti nella convinzione di essere una persona intelligente. È una tua scelta. Si chiama libero arbitrio.

Siccome sei una persona colta ed istruita, saprai certamente che Erasmo da Rotterdam passò diversi anni a polemizzare con Martin Lutero sul concetto di libero arbitrio. Nei suoi scritti Lutero abbracciava la dottrina della predestinazione e affermava che «l’uomo non può scegliere né decidere nulla, poiché tutto è predeterminato secondo il volere di Dio». Per Erasmo, invece, l’uomo ha facoltà di scelta ed è quindi liberissimo di non leggere le cazzate di Lutero.

«Ma quindi, esiste o non esiste, il libero arbitrio?». E che ne so, scegli tu.

A me viene comunque difficile immaginare un Dio che abbia avuto il coraggio di predeterminare Malgioglio. Io sono un tipo pragmatico, caro Lutero. O Dio è estremamente lunatico oppure, se Lui stesso impone di non desiderare la donna d’altri e di non fornicare, da chi parte la decisione ogni volta che mi ritrovo a scopare la donna del mio amico? E non rispondermi “forse da lei”, perché tra l’altro, la tipa, chiede 50 euro a botta.

«Il bene e il male possono essere messi in atto dall’uomo», diceva Erasmo.

«Tutto ciò che non è fatto dalla grazia di Dio non può essere bene», rispondeva Lutero, suffragando soverchiamente la propria tesi con un discreto uppercut sulla cartilagine del setto, a puro scopo dimostrativo. Io, che mi ci voglio mettere in mezzo dato che oltre ad essere un buon rompicoglioni ho anche fatto per mestiere il Portatore del Verbo, confesso di essere -nella fattispecie- spudoratamente pro-Erasmo, per tutta una serie di ragioni che non starei qui ad elencare se la redazione di Diecimila.me non mi pagasse profumatamente per farlo.

Primo: se decidessi di stare dalla parte di Lutero questa mia stessa, ipotetica scelta, sarebbe in realtà solo una roba premeditata, architettata da quel tipo curioso con la barba, dietro la nuvola. E a me, eccezion fatta per Belèn, non piace essere il pupazzetto di nessuno.

Secondo: diversi scritti testimoniano che Lutero fu quasi colpito da un fulmine durante una passeggiata campestre, ma sinceramente non sono così sicuro del “quasi”. In ogni caso: chi cazzo credi che sia stato a scagliare il fulmine?

Terzo: no, non mi fido di uno (Lutero n.d.r.) che ebbe “l’improvvisa rivelazione” -assioma fondamentale di tutta la religione protestante- mentre si trovava «nella latrina della torre», a leggere e a meditare sulla lettera di San Paolo ai Romani

[Esperienza della Torre: Turmerlebnis, http://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Lutero]. Posso assicurarti, amico lettore, che esiste una ragione precisa se Federico di Sassonia (che decise di proteggere Lutero dal papa ospitandolo nel suo castello) fece costruire un secondo gabinetto e venne ricordato per sempre col soprannome di Federico il Saggio. Scelta sua, o semplicemente predeterminata? Chi può dirlo. Ma comunque, epic win.

«Culatello o mortadella?». Spesso la vita ci mette di fronte a scelte incredibilmente complicate. «Guardi, voglio stare tranquillo: mi faccia 2 etti di quello che ha preso Dio. Nella seconda ipotesi, me la rischio: coi pistacchi.».

So per certo, amabile lettore, che con quello che mi accingo a rivelarti tu prenderai l’immenso carico di stima che hai riposto nei miei confronti e correrai a gettarlo nell’Aniene come un feto qualsiasi. Ma davvero non me la sento di tacere a te e all’umanità tutta della mia personalissima teoria, che oserei definire assoluta verità. Dopo lunghe riflessioni sono giunto alla conclusione che tra il “libero arbitrio” di Erasmo da Rotterdam e il “servo arbitrio” di Martin Lutero si colloca il “libero servo” di Walter Veltroni. La dottrina veltroniana, improntata sul principio di «ho deciso: faccio questo, ma anche no.» pone in essere, nello stesso preciso momento, una scelta e l’esatto contrario di essa, annientando in un colpo solo il pensiero di Erasmo da Rotterdam, quello di Martin Lutero, i superpoteri del Dio Trino e rimettendo in discussione quasi mille anni di cazzeggio filosofale, più circa dieci numeri di Focus.

In ultima analisi, possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo, per meditare sul concetto di libero arbitrio. Possiamo ragionarci sù con calma, davanti a un limoncello o comodamente seduti nella latrina della torre, per poi fare con serenità le nostre scelte ed essere solamente noi, gli artefici del nostro destino. Sempre, tranne che in una circostanza. Ovvero quando, durante la finale di Champions, lei ti chiederà con dolcezza: «Amore, ma tu mi vuoi sposare?». Sappi, caro amato fedele masochista lettore, che in questo infausto caso hai al massimo 3 secondi per esercitare il tuo libero arbitrio. Un istante di più e Martin Lutero scaricherà la sua vendetta proprio su di te: la tua sorte sarà legata solo ed esclusivamente al fato, a gesucristo, a suo padre, o semplicemente a quello che lei ha in mano in quel preciso momento, sperando di cuore che non sia un ferro da stiro o da calza. Azzardo un consiglio: preparati per tempo una risposta standard. Bandisci ogni tentennamento, non rifarti a pericolosissime frasi del tipo “in che senso?” o “dovrei pensarci un attimino” o “’spetta che stanno tirando i rigori”. Sii determinato e irremovibile. Oppure chi se ne frega. Dimentica tutto sul luteranesimo e, soprattutto, sul veltronismo. Giocati il jolly su Erasmo e fai un po’ come cazzo ti pare.