– L’Italia è in crisi di liquidità, siamo con l’acqua alla gola: vendiamo le spiagge.
– Perfetto, ma al prossimo gioco di parole ti bullizzo col waterboarding.
– Cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: abbiamo venduto Vetriolo Marittima.
– A quale genio?
– Chicco Testa.
– Ottimo.
– Ottimista?
– No, vendicativo.
– Ora in lista abbiamo Cala Cemento.
– Ho un’idea: facciamo dei video virali. Di quelli che mostrano le cose fighe di un prodotto senza mai dirne il nome. Come nel porno amatoriale.
– Facciamo qualche prova.

L’inquadratura parte da un mozzicone appena lanciato a terra, ancora fumante, il cui cuore rosso sta per smettere di battere. Seguiamo la lingua di fumo salire nell’aria, in secondo piano ancora sfocato si nota una macchia verde foglia e marrone legno. È un bosco. Ormai l’aria ha aspirato il catrame, possiamo mettere a fuoco lo sfondo. Mettiamo a fuoco il bosco. L’innesco si perderà. Il cherosene sarà il seme di questa passione. Brucia il caldo d’estate. Senti che bel vento. Ho voglia di un gelato.

– Romantico.
– Oui, je suis.
– È un buon preliminare, ma andiamo al sodo.

Musica incoraggiante: un’Aida di Gaetano cantata da un coro di voci bianche di CasaPound. Una donna si tuffa in una vasca di ghiaia. Inquadratura di un albergo grande quanto la basilica di San Pietro inerpicato su una scogliera, con parcheggio sul bagnasciuga, camere sugli scogli e lunghi lampioni cammuffati da palme chine sulla spiaggia. Bambini giocano sulla calce viva in riva al mare, costruiscono centri commerciali, locali notturni, centri congressi, poi raccolgono palle di ghisa e se le tirano con violenza sulla schiena, per crollare infine su loro stessi con una serie di esplosioni controllate. Non smetteresti mai di guardarli.

– Non ci saranno troppi riferimenti alla massoneria cattolica?
– Il principio è fare tutto alla luce del sole in maniera che nessuno se ne accorga.
– Cos’è? Il Vangelo?
– Secondo Formigoni.
– A proposito, in questo video mancano gli ammiccamenti ad una sessualità ambigua e repressa per un paio di ore al giorno.
– E invece eccolo.

Bagnini scolpiti e in canottiera col caschetto antinfortunistico disperdono lo stupro dei loro sguardi verso il largo, in cui muratori immigrati irregolari fanno i morti a galla. Una sexy segretaria riceve buste gonfie di soldi da uno smagliante imprenditore abbronzato esentasse e poi le consegna ad uno smagliante assessore abbronzato esentasse. Cambio di scena e vediamo lei che si spoglia rivelando un costume in fil di ferro interdentale, distendere un piano urbanistico comunale sulla spiaggia e sdraiarsi a prendere il sole, proprio affianco alla testa di un turista ambientalista danese sepolto per gioco l’estate scorsa.

– Potrebbe andare, ma perchè il danese?
– Roba da intenditori di porno. Un mercato in crescita.
– Comunque manca un finale.
– Per il finale pensavamo di toccare il fondo.

La videocamera cala in acqua: ampie vedute e dettagli di un rocce intonacate al quarzo e fondali in porfido  in cui nuotano camion pinne gialle, fra anemoni di ghisa e branchi di cubature, infine la voce documentaristica, calda come l’asfalto d’agosto: “Come vorrei essere… in calcestruzzo.”

– Buono ma manca uno slancio. Dobbiamo ricordarci che ogni vacanza è una promessa elettorale: serve a far riposare il cervello.
– Credo di avere quello che fa per noi.

La voce narrante ricorda quella metallica di Ennio Doris. “Sta per nascere Atlantide 2. La costruzione di un intero complesso residenziale sul fondo del mare per farvi rivivere l’atmosfera del mito, ventimila metri cubi sotto i mari di ecomostro, l’ebbrezza della più grande utopia edilizia dai tempi di Platone, il brivido di poter essere spazzati via da un momento all’altro da un vulcano sottomarino appositamente ignorato. Dimenticatevi le leggi, la storia, la geografia, il buon senso, il buon gusto: la prossima volta che andrete in vacanza non sarà al mare, ma sotto il mare.

– Non so se il mondo possa essere pronto per una cosa come questa.
– In omaggio con l’affitto di una casa è prevista una dotazione trimestrale di branchie.
– No dai.
– E per i più esigenti mettiamo a disposizione anche i barboni che dormono coperti di alghe sotto casa e chiedono le elemosina in cozze.
– Mi pare che stiamo esagerando.
– Cala Cemento è tutta un’esagerazione. In realtà non c’è nemmeno un vero e proprio abuso, è giusto una caletta per gli attrezzi.
– A volte mi chiedo se è giusto quello che stiamo facendo.
– E come ti rispondi?
– Mi lascio squillare.