Dino Zoff: Buongiorno Presidente Mattarella.
Sergio Mattarella: Non so, sono timido.
Dino Zoff: La capisco. È per questo che ci son qui io e non Tino Asprilla. Non cerchi di nascondere la sua emozione, so bene che lei è uomo schivo, ma passare dalla Corte Costituzionale al Quirinale dev’essere stato un bel colpo anche per uno come lei. Come si sente?
Sergio Mattarella: Per favore non mi chiami Presidente.
Dino Zoff: Posso chiamarla Dottore?
Sergio Mattarella: No.
Dino Zoff: Posso chiamarla nuovamente Presidente?
Sergio Mattarella: No.
Dino Zoff: Posso chiamarla?
Sergio Mattarella: No.
Dino Zoff: Allora direi che abbiamo concluso. Ha una sigaretta?
Sergio Mattarella: La sua domanda è interessante. La situazione politica richiede una riflessione profonda, un’analisi attenta di ogni variabile e diverse altre frasi prudenti e di circostanza. Se sono in grado di assumermi la responsabilità di traghettare il Paese in una fase di stabilità politica che assicuri un futuro più radioso alle nuove generazioni e che imponga l’Italia come interlocutore preferenziale delle più grandi realtà politiche europee? Me lo chieda.
Dino Zoff: No.
Sergio Mattarella: Bene, tanto la risposta era “no”. Comunque se vuole può chiamarmi Re.
Dino Zoff: Io in realtà volevo sapere chi tifa.
Sergio Mattarella: Internazionale.
Dino Zoff: Che mercato di merda.
Sergio Mattarella: Non me ne parli. Sperequazione, deflazione, medianacci.
Dino Zoff: Alcuni sostengono che lei sia stato ucciso dalla mafia nel 1980. Cosa risponde a questi dietrologi?
Sergio Mattarella: Una parte di me è certamente morta, ma un’altra parte è pronta a prendere le redini del centrocampo nerazzurro. La crisi non esiste, è una fase, poi c’è la ripartenza, quindi il contropiede, poi il calcio d’angolo, alla fine il rinvio dal fondo. Ecco, noi siamo nella fase del rinvio dal fondo.
Dino Zoff: Che ne pensa di Renzi?
Sergio Mattarella: È leggermente meno fastidioso dello scorbuto, ma tra i lati positivi c’è il fatto che almeno è meno omosessuale di un omosessuale omosessuale.
Dino Zoff: Lei è favorevole ai matrimoni gay?
Sergio Mattarella: Non ho nulla contro i matrimoni gay, ma penso che dovremmo sodomizzarli a casa loro, capisce? Ungere il loro ano con una pomata alla malva, massaggiare delicatamente, sentire i nervetti che sfrigolano croccantini e poi cercare di aprire alleanze al centro, così da non renderli dipendenti da noi, così da permettere loro di imparare a darsi una speranza, a casa loro.
Dino Zoff: Se non fossi schivo come la merda di gatto le batterei il cinque.
Sergio Mattarella: La capisco.
Dino Zoff: E Andreotti? Cosa mi dice di Andreotti? La storiografia, persino la sua biografia, parlano di un rapporto difficile, forse astioso, duro. Era veramente così mafioso come sostiene Gerry Scotti?
Sergio Mattarella: Ha mai provato a incollare del nastro adesivo sulla schiena di un gatto?
Dino Zoff: No, perché?
Sergio Mattarella: Se incolla del nastro adesivo sulla schiena di un gatto quello si schiaccia e cammina strisciando la pancia a terra. Una scena penosa. Capisce cosa voglio dire?
Dino Zoff: È una metafora?
Sergio Mattarella: No, è un gatto con dell’adesivo sulla schiena. La verità è che la mafia è una merda. La mafia ti uccide i fratelli come carne da macello, poi ti dà un buono per prendere qualcos’altro, un posto da vecchio in una Corte Costituzionale, una cazzata che ti trita lo stomaco di nostalgia e rimorsi, al massimo ti concede un altro fratello in leasing ma con scarso volume polmonare e privo del prefisso “Pier”. Cosa se ne fa di un minipimer se ha perso un fratello? Sa, di fratelli ce n’è uno.
Dino Zoff: Tutti gli altri ne han trentuno.
Sergio Mattarella: Esatto. Ma questa è già un’evoluzione della mafia, un’apertura alla finanza, ai mercati. Per certi versi una mafia-dopo-la-mafia. Noi morotiani non volevamo questo.
Dino Zoff: E cosa volevate?
Sergio Mattarella: Un tocco di fregna. La felicità. Dio che si fa uomo. L’io che si fa io nel tu. Un nuovo umanesimo. Gervinho.
Dino Zoff: Gervinho?
Sergio Mattarella: Ma sì, Gervinho, non è così che chiamate la droga?
Dino Zoff: A proposito, sua madre si chiamava Buccellato. Pensa che questo abbia influito sulla sua scelta di intraprendere la carriera politica?
Sergio Mattarella: In verità ho intrapreso la carriera subito dopo la morte di mio fratello, Piersanti.
Dino Zoff: Non bestemmi, per favore. Ma in ogni caso sua madre si chiamava Buccellato, non crede che questo abbia influito sulla scelta di sua madre di chiamarsi Buccellato? Sia sincero.
Sergio Mattarella: In effetti sì, mi scusi.
Dino Zoff: Prego, signorinella. E mi dica, lei crede in Dio?
Sergio Mattarella: Dio mi piace molto. Non penso che questa sia una colpa.
Dino Zoff: Certo che no, semmai è il movente. Lei è uno dei pochissimi a essere uscito pulito da Mani pulite. Si sente davvero migliore di tutti noi?
Sergio Mattarella: No, è stata solo una questione di coerenza. Se avessimo avuto Mani morte sarei uscito morto da Mani morte. Io sono un democristiano. Noi democristiani siamo fatti così. Facciamo ciò che ci si aspetta da noi. Navighiamo a vista, come le carpe, camminiamo a svista, come le scarpe. Sa cosa significa la parola democristiano?
Dino Zoff: Cosa significa?
Sergio Mattarella: È una parola composta che viene dal greco: Demos, che vuole dire “statisticamente”, Cristi, che sta per “Cristo” e Anos, che sta per “proprio lì nel mezzo”. Noi democristiani siamo esattamente questo, siamo “grosso modo dalle parti di Cristo”, e non sono parti pulite, a volte.
Dino Zoff: Curioso, anche “Dino Zoff” viene dal greco. Significa “pappagorgiera da asporto”. C’è da dire che oggi la sua posizione, sì insomma, questo fantomatico essere di sinistra nella DC, essere progressita tra i conservatori, o se preferisce, conservatore tra i progressisti, la caratterizza come soluzione per tutte le stagioni, come terzo escluso, come exit strategy, come altro accettabile, come diverso uguale, come…
Sergio Mattarella: … lo dica pure, come avverbio.
Dino Zoff: Esatto, come avverbio.
Sergio Mattarella: Un fottuto avverbio di modo.
Dino Zoff: Esattamente. Un fottutissmo strafottuto avverbio di modo, inculapecore di uno yankee.
Sergio Mattarella (sputando a terra): Fanculo madrefacca. Sia lodato Gesù Cristo.
Dino Zoff: Sempre sia lodato. Mi parli di Berlusconi. Chi è davvero Berlusconi?
Sergio Mattarella: Un valido imprenditore.
Dino Zoff: Dica la verità.
Sergio Mattarella: Un valido imprenditore mafioso.
Dino Zoff: Dica la verità.
Sergio Mattarella: Un valido imprenditore mafioso puttaniere.
Dino Zoff: Dica la verità.
Sergio Mattarella: Un valido imprenditore mafioso puttaniere pedofilo.
Dino Zoff: Non mi spingerò oltre nell’antro oscuro della sua schiva timidezza.
Sergio Mattarella: Un valido imprenditore mafioso puttaniere pedofilo e basta. Non ho altri elementi per giudicarlo.
Dino Zoff: Facciamo un gioco. Le va?
Sergio Mattarella: Non sono ancora le 22 e non è giovedì.
Dino Zoff: No, un gioco innocente. Io le dico una parola e lei mi dice a cosa pensa, così senza rifletterci troppo.
Sergio Mattarella: Va bene.
Dino Zoff: Madonna.
Sergio Mattarella: Troia.
Dino Zoff: Mammì.
Sergio Mattarella: Troia.
Dino Zoff: Porca.
Sergio Mattarella: Troia.
Dino Zoff: Il gioco era finito.
Sergio Mattarella: Lo so.
Dino Zoff: Un’ultima domanda, Presidente, poi la lascio tornare al secolo scorso. Cosa risponde a chi dice “moriremo democristiani”?
Sergio Mattarella: A e i o u ipsilon.