Le trame di palazzo si infittiscono, i nodi politici si aggrovigliano attorno al pettine democratico come una treccia rastafari, il futuro assume le sembianze di un maglione infeltrito lasciato a macerare nella naftalina dall’inverno del ’94. La vecchia politica si ripropone nelle bocche dei cittadini assieme ai porri degli involtini primavera da 99 centesimi, ordinati a portar via dal cinese malfamato sotto casa, rigorosamente via internet. Il popolo cerca conforto nei fondi di caffè, nei messaggi in codice delle zuppe con la pastina alfabeto, nelle viscere di polli allevati in gabbie con sbarramento al 4%. Se salvare la sostanza sembra ormai impossibile, forse si può ancora fare qualcosa per l’apparenza.
Marcello, la tua richiesta di maggiori dettagli dimostra quanto è grande il tuo impegno per la riuscita della grande abbuffata liberale. Basta con i soufflé gonfiati d’aria e non di proposte concrete, basta con le vecchie presentazioni mari e monti degli anni ’80; per un Paese a 5 stelle Michelin serve un maggiore impatto sui sensi, una costante ricerca di provocazione, senza dimenticare l’importanza di una dieta sana e povera di grassi. L’imperativo è snellire.
La tua opinione è preziosa, Elisabetta, e ne terremo conto. Chi è questo Casaleggio? Cosa vuole? Ha pagato l’IMU sulla buca del suggeritore occulto? Brancolando nel buio è quasi impossibile accorgersi della presenza di Muntari e, alla fine, questo @azael da dove viene fuori? Esiste davvero? Il suo viso è aperto? Oggi siamo pronti a svelare al mondo che anche lui è soltanto un nostro fake.
In questi tempi, il fervore democratico ha raggiunto livelli altissimi, c’è aria di rivoluzione, ma prima della mezzanotte, e solo se il traffico sull’Aurelia lo permette. Per sicurezza, è meglio iniziare a muoversi dalla mattina presto.
Ecco i risultati. Svegliarsi presto con la banda in piazza, la bocca impastata e i pensieri ancora più impastati. Nemmeno il tempo per un caffè, o per una colazione a letto, e intanto le mogli continuano a strillare. Non c’è tempo di organizzarsi, ma dove sta scritto che organizzarsi sia sempre la scelta migliore da fare?
Cammarota, alfiere il cui nome ricorda passati fasti borbonici e orge luculliane di potere latifondista, dimentica che La Grande Azzuffata è forse uno dei più grandi capolavori del dopoguerra. Difatti la guerra porta magrezza, la decrescita un fisico tonico e una pelle resa splendida dal sano conflitto oppositivo. Non avere da mangiare is the new black. Impariamo dai classici.
Ahimè, questo è ciò che la pretesa egemonia culturale di una sinistra sbrindellata ha prodotto: sepolcri retorici. La volontà di cambiamento si oppone fermamente al calendario parlamentare, e noi rimaniamo fermi sulle posizioni esposte nel 4 d.G. (dopo Grillo). Cultura significa chiudere ogni paragrafo con la promessa di un paragrafo successivo. Alleatevi con noi e noi ci alleeremo con noi stessi, con le nostre famiglie, con le nostre amanti, in un nuovo regime fiscale.
La decrescita felice deve partire dal tasto CAPS LOCK. E tu, cittadino, che così virtualmente – eppur tangibilmente – occupi l’etere per ricucire il vulnus di una costituzione minacciata dai trigliceridi degli inciuci, dal digital divide e dalla sondaggistica onirica, ricordati sempre chi sei: un cittadino normale, e sei Magnifico.