Giornalista, scrittrice, opinionista, quarta di reggiseno, raccoglitrice di punti fragola dell’Esselunga: oggi ci ha lasciati improvvisamente Selvaggia Lucarelli.

Nasce a Civitavecchia il 30 luglio del 1974. I genitori decidono di abbandonarla in una cesta davanti a un convento di suore. Ad accompagnarla solo un biglietto con scritto sopra prendetevene cura voi. Le suore gliela restituiranno con un biglietto con scritto sopra ma anche no.

Inizia la sua sfolgorante carriera come autrice teatrale assieme al suo ex compagno Max Giusti. Entrambi si esibiscono negli ospedali per la gioia dei malati; sono costretti a smettere, però, quando a causa loro l’aspettativa di vita in Italia inizia ad abbassarsi.

Delusa dalla vita e dall’arte, cerca di trovare nuove forme di espressione letteraria. Decide di scrivere un poema ermetico a puntate sul suo blog, Stanza Selvaggia. Gli italiani scoprono in quel momento tutto il potere del suo sturm und drang.

Nel 2004 finalmente esordisce con il suo primo capolavoro: Mantienimi. Aiutami a preservare la mia moralità. Selvaggia scrive un romanzo intimista, malinconico, struggente: a patto che lo si legga al contrario. Il Pen Club italiano quell’anno decide di candidarla così al Nobel per la Letteratura, per celebrare tale evento culturale in tutto il pianeta. Il pianeta risponde con uno tsunami nell’Oceano Indiano. Nel 2014 esce il suo capolavoro assoluto, Che ci importa del mondo, opera omnia che racchiude tutte le tematiche cardine della sua poetica. Hollywood trarrà da questo romanzo un film, con Russel Crowe nella parte della bocca a culo di gallina e Salma Hayek nella parte della fotocamera frontale dell’Iphone.

Tuttavia, il genio di Selvaggia Lucarelli non si limita alle pagine dei libri, ma tracima anche nel giornalismo. Arriva presto per lei il momento delle grandi testate, quelle al muro incluse. Selvaggia inizia a firmare editoriali per i maggiori quotidiani italiani, arrivando persino ad essere tradotta in tutta la provincia di Crotone: Giardinaggio 2000, Tuttotettoie e Libero solo per citare alcuni dei giornali che ne ospitano la prosa.

Vigorosa maitre-à-penser, Selvaggia Lucarelli rappresenta la coscienza morale di un’Italia priva ormai di punti di riferimento intellettuali. Lei è la voce della povera gente che reputa Asia Argento una pippa a Ballando con le stelle. Lei è la liberatrice delle donne con il chiodo giallo di Zara oppresse dalle fashion blogger. Il suo coraggio e la sua tempra etica e civile le costano però l’odio dei poteri forti. La prima avvisaglia nel 2006, quando viene eliminata da La Fattoria con il 99% dei voti da casa. Poi la persecuzione giudiziaria, con il rinvio a giudizio nel 2015 con l’accusa di avere fregato le password della mail di Mara Venier ed Elisabetta Canalis.  Ho rubato le password, questo sì, ma per darle ai poveri, dirà in sua difesa.

Muore uccisa da uno sputo di Samantha Cristoforetti scagliato dallo spazio su Milano. Per questo evento riceverà dunque il Premio Nobel per la pace: la Cristoforetti però.

Selvaggia Lucarelli lascia un incolmabile vuoto nella letteratura, nel giornalismo, nelle poltrone dei reality show italiani. La piangono il figlio Leon e i compagni di una vita: Laerte Pappalardo, Giuseppe Cruciani, Andrea Scanzi, Andrea Diprè, Asia Argento e le foto dei gattini nei commenti sulla sua pagina Facebook.