She’s the kind of girl who’ll smash herself down in the night
She’s the kind of girl who’ll fracture her mind till it’s light
Abbracciata al cappotto slacciato contro l’aria gelida, la sciarpa come un cappio ancora morbido attorno al collo, la fronte contro il muro ruvido, a ridere fino a non riuscire nemmeno ad accendere una sigaretta. A ridere e tremare e tenersi forte le mani.
A ridere e tremare, tenersi forte: contro il muro, contro il freddo. Tenersi forte le mani, tenersi stretta, tenersi in piedi, tenersi salda. Tenersi su.
She’ll break her own heart and you know
she’ll break your heart too
So darling, let go of her hand
Lasciale a me le mie mani: conosco la strada meglio di te. Conoscono la strada meglio di te.
She’s been skipping days, spilling her drinks in the sink
Resta il fatto che ora non si può più nemmeno scrivere di quel che si beve né di quanto se non si vuole passare per patetiche post-neo-vetero-femministe molto autoironiche.
Come se non fosse evidente che se bevo è perché è richiesto dalle norme di aderenza e conformità a tutti i migliori cliché, ma in modo molto intimo.
Le altre droghe, quelle sì che sono invece un fatto di puro esibizionismo.
and you know she’s never coming home again
but when she open her eyes
beyond the chipping paint through the windowpane
lies
her patron saint
broken and lame
and absolutely insane for learning that
true love exists
Quando te ne sei andato ho capito che sarebbe stato per sempre perché non ti sei voltato nemmeno per salutarmi. Ho guardato come le tue mani lasciavano le mie, un dito alla volta: sembravano nodi che si sciolgono mentre uno più duro mi saliva in gola. E sono rimasta a guardare le mie mani vuote mentre spariva con il calore delle tue anche la sensazione del tocco, e ho provato ad allacciarle tra loro e ho capito che non avrebbe funzionato ma potevo ingannarmi così per qualche momento. E ho capito anche che l’amore mi fa un po’ lo stesso effetto che mi fa la vista del sangue: mi impressiona fino alla nausea, fino quasi allo svenimento. Riesco a sopportarlo, o perlomeno: finché non è il mio.
Ma a differenza del sangue l’amore non lascia traccia. E due indizi non fanno una prova, e quindi le tazze con il fondo rovinato e gli spazzolini da denti nel bicchiere hanno molto più a che fare con il tempo che passa e con foglie che marciscono negli scoli dei marciapiedi che con l’amore. E se volete insistere che invece sia proprio questo l’amore, un fatto di tempo marcio e spazzolini e stoviglie sbeccate, di mani vuote, di nodi in gola, di parole che non vengono, assassinato e dissanguato ogni giorno che passa allora io non lo voglio. L’attesa di un dolore improvviso o il cullare quotidianamente un dolore costante: non lo voglio. Allora è meglio il mio, anche se non esiste è molto meglio il mio.
so darling, let go of her hand
you’ll be to blame for playing this game
and learning that true love exists